(Adnkronos) – Nei giorni scorsi è rimbalzata sui media la notizia del contagio di un animale domestico, un cane, da parte di un uomo malato di vaiolo delle scimmie. “Che il virus potesse infettare diversi tipi di mammiferi si sapeva, e in passato infatti i focolai erano partiti proprio per il contatto con animali positivi, che non sempre mostrano i segni della malattia. Questo caso di passaggio inverso, dall’uomo al cane, ci suggerisce che l’isolamento dei positivi deve riguardare anche gli animali: se si è positivi o a rischio di esserlo bisogna isolarsi non solo dalle persone ma anche dal proprio animale domestico”. A suggerirlo è l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola, in un suo intervento su ‘La Stampa’.
L’esperta fa il punto su quello che si sa sul vaiolo delle scimmie mentre i casi continuano a crescere nel mondo, e lancia un alert sugli asintomatici. “L’infezione – spiega – si può presentare non solo senza le tipiche lesioni ma anche in maniera asintomatica. I ricercatori hanno iniziato a controllare campioni biologici per la presenza del virus e hanno così scoperto casi di positività in totale assenza delle tipiche manifestazioni della malattia. Questo naturalmente rappresenta un problema in più per il tracciamento e il contenimento dell’infezione e potrebbe spiegare la rapida diffusione che il virus ha avuto in gran parte del pianeta”.
“Sebbene non si abbia la certezza che i soggetti asintomatici siano in grado di infettare – prosegue Viola – i dati di laboratorio suggeriscono che questa sia una possibilità. E, seppure sia al momento solo una possibilità, dovrebbe comunque essere sufficiente per spingere tutte le persone che sono a rischio, ad oggi prevalentemente uomini che hanno rapporti sessuali con più partner del proprio sesso, a tenere traccia dei loro contatti stretti e, soprattutto, a considerarsi potenzialmente contagiosi, anche in assenza di sintomi, qualora avessero avuto un contatto intimo con una persona che si è poi rivelata positiva al virus. Intanto, la ricerca andrà avanti e ci dirà a breve se effettivamente esiste la possibilità di contagio attraverso soggetti asintomatici”. L’esperta ricorda infine che “nessun vaccino protegge al 100%” e su quello per il vaiolo delle scimmie “sappiamo pochissimo dell’efficacia. Essere vaccinati offre dunque una protezione, che non è però totale o infallibile. Meglio fare comunque attenzione”.