(Adnkronos) – Il futuro della sanità è il grande assente della campagna elettorale, con tante emergenze che bussano alla porta del prossimo Esecutivo, dalle lunghe liste d’attesa, colpa anche della pandemia, al caos pronto soccorso con una carenza di specialisti ormai decennale. “Scordiamoci la bacchetta magica, per rilanciare la sanità servono idee e capacità di metterle in pratica”. A fare il punto per l’Adnkronos Salute è Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore fino al primo novembre. Il primo step secondo Bellantone è “rendere la sanità nazionale più uniforme: abbiamo tante sanità regionali e questo crea una situazione a macchia di leopardo in cui ci sono zone con eccellenze mondiali e zone messe molto male. Le liste d’attesa – osserva – oggi sono intollerabili e per tagliarle servono anche provvedimenti duri”.
Secondo Bellantone, “dovremmo avere delle liste d’attesa regionali che prevedano l’obbligo per strutture pubbliche accreditate di avere tempi certi e dettati da una tabella nazionale. Se non si riesce a dare una risposta nei tempi al paziente, allora si dovrebbe attingere anche al privato che, gratuitamente, può mettere a disposizione le strutture – suggerisce il preside – Si potrebbe anche prevedere un accordo con i medici che fanno attività privata, per prevedere che un 10% della loro attività vada per il taglio delle liste d’attesa come avviene negli Usa dove gli avvocati si prestato al lavoro ‘pro bono’. Non può esistere che una persona che sta male non abbia una risposta dalla sanità”.
“E per questo credo che sia necessario affidare ai medici di famiglia la prenotazione degli esami e dei ricoveri per i loro pazienti – sottolinea – Si possono facilmente mettere in rete gli studi con le strutture accreditate. In questo modo riduciamo anche il fenomeno del ‘fai da te’, dove le persone si prenotano le prestazione da sole”.
Anche l’intervento per migliorare e invertire la rotta dei pronto soccorso può “prevedere il coinvolgimento dei medici di famiglia”, propone Bellantone. “Sono dell’idea – spiega – che ogni ospedale italiano dovrebbe avere un dipartimento di medicina generale per semplificare il lavoro dei pronto soccorso. In questo modo il medico può seguire il paziente nel percorso, capire se c’è disponibilità immediata del ricovero e si eviterebbe l’intasamento dei dipartimenti di emergenza”.
Uno dei capisaldi della ‘ricetta salva Ssn’ del preside di Medicina dell’Università Cattolica, anche direttore del Governo clinico della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, è quello della formazione del medico al letto del paziente. “Il Gemelli ha 1.500 posti letto – evidenzia – Questo permette ad ogni specializzando della nostra Facoltà di Medicina di fare esperienza, e così dovrebbe essere anche in altre realtà”.
Uno dei valori aggiunti “che abbiamo creato alla Cattolica – ricorda – è il corso internazionale anche in lingua inglese, che vede studenti in Medicina da 40 Paesi del mondo. Questo è un grande arricchimento per tutti”.