(Adnkronos) – (dall’inviata Ilaria Floris) “Cate Blanchett per me vince su tutte: ha un’eleganza incredibile, è una grande signora e una grande donna e ha la dote, che poche hanno, di essere amata dalla gente ma di mantenere una grande semplicità. Certo, non era bella come l’avevo fatta io l’anno scorso”. Scatenato e in forma, Roberto D’Antonio, il maestro di look delle dive veneziane, passa in rassegna, in una vivace intervista con l’Adnkronos, il look delle star in passerella dell’edizione 79 della Mostra di Venezia.
“Penelope Cruz? Direi ‘non pervenuta’ -dice D’Antonio- Lei, che avrebbe da giocare la carta e la forza dell’allure spagnolo e mediterraneo, passa dall’essere troppo condizionata da Hollywood, quindi troppo ‘baraccona’ e americana, alla quasi sciatteria anonima, come si è visto quest’anno sul red carpet”. Il maestro, che da 35 anni cura i capelli e lo stile delle dive alla Mostra di Venezia, ne ha anche per la diva più ‘storica’ come Catherine Deneuve: “Lo sguardo è sempre quello dei tempi d’oro, ma il look era davvero orrendo -dice senza mezzi termini D’Antonio- Ha un suo parrucchiere storico, ma davvero ho trovato brutto il risultato finale”.
Pollice verso anche per la presidente di Giuria Julianne Moore: “È talmente bella e affascinante, con quel suo unico colore rosso di capelli, che mi aspettavo entrasse in modo forte in passerella stupendo tutti -osserva lo stylist- Invece l’ho trovata una ‘bambina vecchia’, vestita come quelle bambine che si vestono con il fiocco nei capelli quando sono già cresciute. Non era lei, che dispiacere, io la amo molto”. Il maestro analizza con il suo occhio esperto l’edizione 2022 della Mostra anche sotto il profilo generale: “E’ un’edizione grandiosa dal punto di vista dell’entusiasmo del pubblico -dice all’Adnkronos- Si vede che c’era voglia di gioia, di allegria, e questo la rende un’edizione frizzante e bella. Meno però sotto il profilo dell’eleganza in passerella”.
In che senso? “Sembra che la grinta, l’entusiasmo che c’era una volta non ci sia più – spiega D’Antonio- E’ vero che ora tanti divi sono ‘sconosciuti’ al pubblico degli adulti e molto noti ai giovani, e questo va bene, ma sotto il profilo dell’eleganza lascia molto a desiderare”. Un’edizione dove da Timothéè Chalamet a Tilda Swinton, lo stile ‘gender fluid’ ha fatto da padrone. “Questo lo trovo un bell’aspetto della manifestazione -osserva D’Antonio- La libertà dei giovani di esprimersi è fondamentale, ed è giusto che si sentano perfettamente a loro agio con loro stessi”.
Da notare un uso, secondo D’Antonio forse eccessivo, del rosso. “E’ qualcosa che deriva dalla tradizione hollywoodiana, dove il rosso impera nei red carpet, ma non è una cosa ‘nostra’- dice- Dovremmo smetterla di scimmiottare l’America in queste cose perché non ne abbiamo bisogno”. Infine, un’osservazione più ‘seria’: “Sono contento che i politici vengano in passerella in questa edizione, li stimo perché si mettono in gioco e si espongono in un momento non facile del Paese -spiega- In questo periodo di pandemia noi imprenditori abbiamo sofferto e lottato, ora se salgono alle stelle prezzi di corrente, gas, e altro, rischiamo davvero una debacle. Spero davvero che ci aiutino a retare a galla e a continuare garantire l’eccellenza del made in Italy”, conclude.
D’Antonio curerà anche l’acconciatura di Matteo Salvini, suo amico, e della fidanzata Francesca Verdini, attesi sul red carpet delle 18. “Il look di Matteo Salvini al Lido? Sarà semplice, lui non è uno molto fissato con la cura dell’aspetto fisico. Per lei invece, che ha uno stile più sbarazzino, creerò un look più fresco e appariscente”, rivela all’Adnkronos lo stilista.
Che aggiunge: “Se Salvini e Verdini sono emozionati per il passaggio sul tappeto rosso? Non direi proprio, sono abituati ad essere sotto i riflettori e a recitare perfettamente il loro ruolo. Gli attori spesso sono più timidi, loro invece sono perfettamente a loro agio”. Salvini è atteso al Lido in giornata per accompagnare la fidanzata, produttrice del documentario ‘Franco Zeffirelli, Conformista Ribelle’, diretto da Anselma Dall’Olio e presentato nella sezione Venezia Classici.