(Adnkronos) – La Terra sta male, anzi, ha una febbre da cavallo. I dati, impietosi, presentati dal direttore dell’Istituto Scienze Polari del Cnr durante il convegno ‘La nostra missione: Prendersi cura della Terra’, organizzato da Imq eambiente venerdì scorso al Monstero di Marango a Caorle (VE), certificano il grado di sofferenza del nostro pianeta.
Temperature sempre più roventi, il rapido scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento del livello dei mari, la progressiva acidificazione dell’acqua degli oceani, con conseguenze legate alla perdita di biodiversità nell’ecosistema marino. Mutamenti che in passato si verificavano nell’arco di svariate centinaia di migliaia di anni, adesso si stanno materializzando nel giro di pochi decenni.
“La situazione è particolarmente grave, non siamo più in presenza di un cambiamento climatico ma è più corretto dire che siamo nel bel mezzo di una crisi climatica caratterizzata da un deciso e repentino aumento delle temperature causate dal rilascio di enormi quantità di gas serra in atmosfera; che la colpa di tutto ciò sia dell’uomo è ormai innegabile, anche la classe politica è diventata consapevole della serietà del problema e questo mi rende ottimista”, dice il direttore dell’Istituto Scienze Polari del Cnr, Carlo Barbante.