(Adnkronos) – Un precedente utile. Per capire cosa non si deve fare e, soprattutto, per farlo capire agli alleati che scalpitano. La clamorosa retromarcia del premier britannico Liz Truss, che a dieci giorni dall’annuncio ha rinnegato la scelta di tagliare l’aliquota massima del 45% riducendo le tasse ai più ricchi, può essere utile a Giorgia Meloni, che un governo non l’ha ancora formato ma che deve fare già fronte alle pressioni degli alleati, a partire da Matteo Salvini, che chiedono provvedimenti shock e un consistente scostamento di bilancio.
“Abbiamo capito la lezione”, ha scritto su Twitter il cancelliere dello Scacchiere Kwarteng. Una frase non banale per un ministro di peso come lui. Vuol dire tante cose. La prima è che in una fase come questa si pagano le scelte avventate, quelle che cercano di dare seguito alle promesse elettorali. La seconda è che la politica economica e la politica monetaria, una autonoma dall’altra, devono comunque parlarsi. L’intervento della Banca d’Inghilterra, corsa a comprare titoli sul mercato per rimediare ai danni fatti dal governo, è servito per tamponare il crollo della sterlina e l’impennata dei rendimenti dei gilt, i titoli di Stato inglesi. Non è detto, anzi è improbabile, che la Bce possa fare la stessa cosa nel caso in cui l’Italia, o un altro Stato membro, facesse scelte in aperto contrasto con una gestione ordinata dei conti pubblici.
Giorgia Meloni sta mostrando estrema prudenza in questi giorni. Lo sta facendo nella comunicazione esterna ma lo sta facendo anche nelle interlocuzioni con Lega, Forza Italia e Noi moderati. Sia nella composizione del governo sia nelle prima scelte di politica economica sarà importante evitare quello che, semplificando, può essere definito ‘l’effetto Truss’.
Il contesto è particolarmente complesso. Le conseguenze della guerra in Ucraina, la crisi energetica e il rischio di una nuova recessione suggeriscono di muoversi entro un perimetro di sicurezza. Questo non vuol dire rinunciare a governare o rinunciare a dare un verso alla politica economica ma vuol dire fare scelte sostenibili e compatibili con la realtà. L’emergenza del caro bollette, che vuol dire sopravvivenza delle famiglie e delle imprese, dovrà trovare una risposta significativa nei primi provvedimenti del nuovo governo e nella legge di Bilancio. Per questo, la retromarcia di Truss può diventare anche un argomento utile da utilizzare all’interno della maggioranza, per tenere la barra dritta ed evitare passi falsi. Anche perché nel caso dell’Italia, che non ha una banca centrale autonoma, il rapporto corretto con la Bce è l’unica strada che può assicurare protezione sui mercati. (di Fabio Insenga)