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    6 Ottobre 2022
    (Adnkronos) - La leadership in Europa è stata indiscutibilmente la sua, quando alla guida della Bce ha attraversato e superato la grande crisi del debito. Oggi sta per lasciare Palazzo Chigi, dopo aver governato per un anno e mezzo in Italia, ...
    Crisi energia, l’appello di Draghi a un’Europa che non sa più decidere
    (Adnkronos) - La leadership in Europa è stata indiscutibilmente la sua, quando alla guida della Bce ha attraversato e superato la grande crisi del debito. Oggi sta per lasciare Palazzo Chigi, dopo aver governato per un anno e mezzo in Italia, ...

    (Adnkronos) – La leadership in Europa è stata indiscutibilmente la sua, quando alla guida della Bce ha attraversato e superato la grande crisi del debito. Oggi sta per lasciare Palazzo Chigi, dopo aver governato per un anno e mezzo in Italia, e la leadership in Europa sembra vacante. Mario Draghi usa parole significative per richiamare all’ordine una Ue che non sa più decidere: “Dobbiamo lavorare insieme per affrontare la crisi energetica. Possiamo anche farlo in ordine sparso, ma perderemmo l’unità europea”.

    In una frase ci sono tutte le potenzialità e i limiti dell’Europa. Insieme si risolvono i problemi, come ha dimostrato la reazione alla crisi innescata dalla pandemia Covid, con la disponibilità a condividere debito e scelte strategiche rilevanti. Sono arrivati provvedimenti come Sure, che oggi viene indicato come un modello ma viene anche subito impallinato dai veti incrociati, e il Recovery Fund, che al netto delle polemiche sul Pnrr offre una prospettiva di futuro che altrimenti non ci sarebbe stata.

    Oggi quel clima non c’è più e, in ordine sparso, non si va lontano. L’Europa, di fatto, nelle condizioni attuali non sa più decidere. Discute all’infinito, propone, analizza e smonta un piano dopo l’altro. Draghi sa che è il momento di stringere. Non li cita direttamente ma si rivolge a Germania e Olanda, indispensabili per dare un senso alla proposta per il tetto al prezzo del gas, dinamico ma pur sempre efficace, che oggi porta le firme poco pesanti di Italia, Polonia, Grecia e Belgio.

    Anche se diverse fonti di governo si affrettano a spiegare che il documento è stato condiviso dalla grande maggioranza dei 27 Paesi dell’Unione europea serve un passo in avanti deciso, e formale, che non ammetta ripensamenti. Non c’è una chiusura e le trattative a livello ministeriale possono portare, finalmente a un’intesa politica.

    Draghi può contare sulla sponda dell’iniziativa della presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, che in una lettera ha invitato i Capi di Stato e di governo a uscire dallo stallo. E l’appello di oggi, in una libera sintesi ‘lavoriamo insieme o perdiamo tutti’, assume un peso rilevante. (di Fabio Insenga)