di Simona Tenentini
VITERBO – Un nuovo incubo rifiuti si fa strada su Viterbo in maniera sempre più concreta.
E’ notizia di ieri, infatti, la bocciatura del Tar sull’ipotesi di trasformazione del sito di inerti di Magliano Romano in un impianto per lo smaltimento dei rifiuti urbani.
La quinta sezione ha rigettato la compatibilità ambientale che era stata rilasciata dalla regione Lazio ed i conseguenti impatti che la discarica, in grado di raccogliere 890mila metri cubi di rifiuti potrebbe avere, ad esempio, sulla sottostante falda acquifera.
Tra le omissioni, il Tar ha evidenziato che “inspiegabilmente non risulta attualizzata la valutazione dell’effettivo impatto del nuovo progetto sulla falda acquifera” che era stata già richiesta, in altri pronunciamenti, dal tribunale amministrativo. Infine, in violazione del testo unico per l’ambiente, è stata rilevata l’assenza del “giudizio di compatibilità ambientale del progetto quanto agli aspetti geologici, idrogeologici e della stabilità del sito”.
“Risulta, quindi, integralmente pretermesso il giudizio di compatibilità ambientale del progetto quanto agli aspetti geologici, idrogeologici e della stabilità del sito, in violazione dell’art. 5 lett. o) del d.lgs. n. 152/2006, secondo cui la VIA è il ‘provvedimento motivato, obbligatorio e vincolante, che esprime la conclusione dell’autorità competente in merito agli impatti ambientali significativi e negativi del progetto, adottato sulla base dell’istruttoria svolta, degli esiti delle consultazioni pubbliche e delle eventuali consultazioni transfrontaliere’”.
Oltre al ricorso, presentato dall “Associazione Ecologica Monti Sibillini”, anche una petizione dei cittadini era stata portata addirittura all’attenzione del parlamento Europeo a Bruxelles.
Con il pronunciamento di ieri, il Tar è l’ottava volta che boccia la prospettiva di un impianto destinato a diventare una nuova Malagrotta in cui convogliare i rifiuti della Capitale.
Ipotesi che, invece, sarebbe sempre più fattibile per Viterbo.
Già lo scorso anno, sempre ad ottobre, era stato chiesto con una determina della Regione l’ampliamento da 275 mila a 600 mila metri cubi della capacità della discarica di Monterazzano.
L’allora sindaco Arena presentò ricorso al Tar ma, in questo caso, fallì miseramente dando parere favorevole alla Regione.
Ora neanche questo aumento di cubatura sarebbe più sufficiente e fa sempre più insistente l’ipotesi di un ulteriore ampliamento.
Chissà se l’attuale sindaca Frontini riuscirà a scongiurare quest’ipotesi con maggior successo del suo predecessore?