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    6 Ottobre 2022
    (Adnkronos) - Il suo sarà un "governo politico, forte e coeso", con "un programma chiaro" e "mandato popolare": un esecutivo che va costruito partendo "dalla competenza" e se quella migliore "dovesse essere trovata al di fuori degli eletti", ...
    Governo, Meloni: “Pronta a metterci la faccia. Tecnici non sono limite”
    (Adnkronos) - Il suo sarà un "governo politico, forte e coeso", con "un programma chiaro" e "mandato popolare": un esecutivo che va costruito partendo "dalla competenza" e se quella migliore "dovesse essere trovata al di fuori degli eletti", ...

    (Adnkronos) – Il suo sarà un “governo politico, forte e coeso”, con “un programma chiaro” e “mandato popolare”: un esecutivo che va costruito partendo “dalla competenza” e se quella migliore “dovesse essere trovata al di fuori degli eletti”, a partire da Fratelli d’Italia, “questo non sarà certo un limite”. E’ pronta “a metterci la faccia”, Giorgia Meloni. A “dare il massimo per risolvere i problemi degli italiani” in una fase “molto complessa e delicata”. Per la prima volta dopo la vittoria alle elezioni politiche del 25 settembre, la leader di Fratelli d’Italia ha riunito l’esecutivo nazionale del partito nella sede di Via della Scrofa. E ha tracciato una sorta di ‘identikit’ del governo che sarà chiamata a guidare, una volta ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Del resto, ha spiegato il capogruppo di Fdi al Senato Luca Ciriani al termine della riunione, “che ci sia qualche tecnico in un governo non deve scandalizzare nessuno. Dopodiché – ha detto il parlamentare – bisogna intendersi su cosa è un tecnico: se è una personalità di alto profilo eletta nelle liste di un partito non è più un tecnico”.

    Il prossimo governo, ha spiegato Meloni ai suoi, “porterà avanti politiche in discontinuità rispetto a quelle messe in piedi in questi anni dagli esecutivi a trazione Pd”, come richiesto “dai cittadini”. Per farlo, la premier in pectore punta a mettere in piedi il Consiglio dei ministri “più autorevole e di alto profilo possibile”. Questo, ha avvertito Meloni, significa che la squadra non sarà composta “per risolvere beghe interne di partito o proponendo qualsiasi nome” o “per rendite di posizione”. Quel che conta è avere la persona giusta al posto giusto. Al di là del politico e del tecnico, sarebbe stato il ragionamento di Meloni, la leader di Fdi vorrebbe in squadra chi ha le competenze e l’esperienza. Tradotto: serve il profilo giusto per ogni casella. Quasi un modo per gettare acqua sul fuoco dopo le ricostruzioni sugli attriti con gli alleati di Lega e Forza Italia proprio sulla presenza dei tecnici.

    Quanto al ‘timing’ della formazione del governo, la presidente di Fdi ha ribadito che tutto dipenderà dal Colle: i tempi sono stretti e quindi molto difficilmente sarà lei a presentarsi al prossimo Consiglio europeo in programma a Bruxelles il 20 e 21 ottobre. Una data cerchiata di rosso, visto che è in ballo la legge di bilancio: e, secondo quanto si apprende, c’è chi – nel corso dell’esecutivo di Fdi – avrebbe rimarcato la necessità che sia il governo uscente guidato da Mario Draghi a presentare entro quella ‘deadline’ la legge di bilancio.

    Intanto proseguono sottotraccia le trattative per la costruzione della squadra del prossimo governo di centrodestra. Crescono le quotazioni dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo – profilo molto gradito alla futura inquilina di Palazzo Chigi – come possibile nuovo titolare della Farnesina. Posto per il quale restano in corsa anche Elisabetta Belloni e Giampiero Massolo. In casa Fdi sono ‘caldi’ i nomi di Adolfo Urso, Edmondo Cirielli, Giovanbattista Fazzolari (braccio destro della leader, in pole per il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), Carlo Nordio (alla Giustizia), Raffaele Fitto (Affari europei), mentre il responsabile economico di Fdi Maurizio Leo potrebbe occupare una casella del prossimo sottogoverno. Calano invece le chance di leggere nella lista dei papabili il nome di Guido Crosetto, cofondatore del partito di Meloni.

    Dopo la querelle degli ultimi giorni sembrano essersi calmate le acque per quanto riguarda il Viminale. Lo stesso Matteo Salvini potrebbe infatti accasarsi al Mise, succedendo al suo vice Giancarlo Giorgetti, oppure al ministero delle Politiche agricole facendo così slittare il nome di Gian Marco Centinaio al Turismo. Altri profili Lega in ballo per i ministeri sono quelli di Erika Stefani (Riforme-Affari regionali), Edoardo Rixi (Infrastrutture) e Lucia Borgonzoni, che dopo due mandati come sottosegretaria potrebbe ambire a una promozione alla Cultura.

    Sul versante azzurro, Silvio Berlusconi continua a spingere per un ingresso nell’esecutivo di Antonio Tajani e Licia Ronzulli (insieme ad Anna Maria Bernini, Paolo Barelli, Andrea Mandelli e Alessandro Cattaneo). Ma l’ipotesi di un ‘upgrade’ governativo di Ronzulli continua a incontrare resistenze sia in Fdi che nella stessa Forza Italia. Resta aperta la partita per la presidenza delle Camere. Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia e Roberto Calderoli della Lega sono tra i favoriti per la presidenza del Senato, mentre sullo scranno più alto di Montecitorio potrebbe sedersi il leghista Giorgetti.