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    7 Ottobre 2022
    (Adnkronos) - "Il futuro della radiologia è strettamente legato all'innovazione tecnologica, all'evoluzione dei computer quantici che modificheranno tutto l'approccio al sistema digitale. Per questo motivo dobbiamo essere pronti ad affrontare ...
    Giovagnoni (Sirm): “Oggi vera sfida è formare il radiologo del futuro”
    (Adnkronos) - "Il futuro della radiologia è strettamente legato all'innovazione tecnologica, all'evoluzione dei computer quantici che modificheranno tutto l'approccio al sistema digitale. Per questo motivo dobbiamo essere pronti ad affrontare ...

    (Adnkronos) – “Il futuro della radiologia è strettamente legato all’innovazione tecnologica, all’evoluzione dei computer quantici che modificheranno tutto l’approccio al sistema digitale. Per questo motivo dobbiamo essere pronti ad affrontare un’ulteriore sfida: la formazione di un ‘nuovo’ radiologo, un nuovo professionista che dovrà essere in grado di gestire le tecnologie legate all’intelligenza artificiale, che consentono ormai di passare dalla diagnosi alla terapia con maggiore precisione e competenza”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Andrea Giovagnoni, eletto presidente della Società italiana di radiologia medica e interventistica per il biennio 2023-24, a margine del 50° Congresso nazionale Sirm dal titolo ‘Nel presente e nel futuro’, in corso a Roma dal 6 al 9 ottobre alla presenza di oltre 5mila partecipanti.

    Non solo medici radiologi, ma anche numerosi clinici di altre discipline, manager sanitari pubblici e privati, rappresentanti delle istituzioni, esperti di information technology. Una vetrina, quella del congresso, in cui vengono presentate le ultime innovazioni in campo medico-tecnologico. “Le nuove frontiere della radiologia sono l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni pratiche, non a caso uno dei temi chiavi del congresso – sottolinea Giovagnoni, che è anche direttore del Dipartimento di Radiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Ancona – E più la tecnologia va avanti e più ci sarà bisogno di un radiologo formato e preparato per gestire questa evoluzione, perché va detto che le macchine senza l’uomo non vanno da nessuna parte”.

    “La prima Tac risale al 1972”, ricorda l’esperto. Allora “questo strumento impiegava 90 minuti per esaminare a fondo l’encefalo”, mentre “oggi per la stessa procedura servono appena 90 secondi. Sono passati 50 anni, ma l’innovazione tech ci fa immaginare che l’evoluzione sarà talmente rapida nel prossimo futuro che cambierà in maniera drastica questa disciplina – prospetta il presidente eletto Sirm – Anche il radiologo non è più lo specialista di qualche anno fa, quando era considerato solo il professionista che fa la diagnosi attraverso le immagini. Oggi il radiologo è in grado di giungere alla cura attraverso la terapia mininvasiva, la terapia percutanea (vascolare ed extravascolare) e oncologica”.