(Adnkronos) – Il Pd ha una sua lettura di quanto accaduto al Senato con l’elezione a presidente di Ignazio La Russa grazie ai voti di parte dell’opposizione. Un dirigente di primo piano dem la spiega così all’Adnkronos. “Hanno votato per La Russa i 9 senatori del Terzo Polo, poi altri voti sono arrivati dal Misto, magari ci sono anche gli unici 2 voti di Fi e poi avrebbero votato anche alcuni senatori M5S”.
Motivazioni diverse dietro alle mosse di Terzo Polo e 5 Stelle. “Sul Terzo Polo la spiegazione è semplice: un do ut des sulle vicepresidenze delle Camere”. Azione/Iv stanno alzando i toni -ieri lo ha fatto per primo Matteo Renzi- denunciando che Pd e M5S vorrebbero tenerli fuori dalle cariche istituzionali.
Insomma, prendersi le 4 vicepresidenze (2 alla Camera e 2 al Senato) lasciando fuori i centristi. Dunque, il ‘soccorso’ oggi alla maggioranza andrebbe letto in questa chiave, si argomenta tra i dem. Per avere poi un ‘soccorso’ quando sarà il momento di votare i vicepresidenti. Il voto ci sarà probabilmente mercoledì prossimo. Per quanto riguarda invece i 5 Stelle, secondo i dem, ci sarebbero delle frizione tra i contiani su equilibri e organizzazione interna. E il voto sarebbe da leggersi come un segnale per Giuseppe Conte. “Noi? No, noi siamo stati assolutamente compatti -spiega la stessa fonte di primo piano all’Adnkronos – anche perchè rispetto alla passata legislatura, ora nel gruppo al Senato c’è più omogeneità”.