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    Cultura e Spettacoli
    2 Novembre 2022
    Un dipartimento della musica affidato a Morgan, la prima proposta del sottosegretario Sgarbi

    di Simona Tenentini

    VITERBO – Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, fresco di nomina, si mette subito al lavoro e lo fa lanciando una proposta innovativa: creare un dipartimento della Musica ed affidarlo a Marco Castoldi, in arte Morgan.

    L’annuncio in un’intervista rilasciata a Repubblica: “Darò a Morgan un incarico per la musica.Bisogna creare un dipartimento ad hoc per la musica, che deve essere affiancata all’arte, e lui avrà un ruolo.

    Morgan è un uomo di grande intelligenza, è un uomo libero”.

    Un apprezzamento reciproco quello tra i due personaggi.

    In una recente intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, infatti, era stato lo stesso Morgan ad elogiare Sgarbi con queste dichiarazioni: “Con lui discuto del tema della cultura da più di vent’anni, e lui come me è convinto che la musica abbia un ruolo determinante.

    C’era bisogno di una visione luminosa come la sua per mettere a frutto questo progetto in realtà molto semplice: promuovere una rinascita culturale attraverso tutto quel patrimonio non valorizzato che abbiamo e che invece va promosso”.

    Era prevedibile, dunque, la risposta entusiastica di Morgan alla proposta:  “Pronto a mettere tutto il mio impegno per la musica – ha dichiarato il cantante in un’ intervista rilasciata all’AdnKronos – Pronto a mettere tutto il mio impegno per riunificare tanti temi che riguardano la musica, ma che al momento risultano sfilacciati e tenuti separati, ristabilendo una competenza e un ruolo istituzionali, anche per salvaguardare quel prodotto culturale che è la canzone, sia popolare o d’autore”.

    Ed ha aggiunto: “È giusto che si crei nel ministero della Cultura un dipartimento dedicato alla musica, che non deve essere solo appannaggio dello spettacolo e del mercato. La musica deve avere una sua ‘casa’ e il Mic deve assumersene la responsabilità, per gestirla a livello sociale evitando le strumentalizzazioni a fini economici e discografici”.