Sono quasi 50mila le imprese della filiera delle costruzioni (edilizia, impianti e serramenti) che accusano molte difficoltà nella cessione dei crediti legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili e un notevole peggioramento delle condizioni finanziarie proposte dai potenziali acquirenti. È una fotografia a tinte fosche, quella che emerge dall’indagine effettuata da CNA a livello nazionale presso un campione rappresentativo del settore. Marcato il deterioramento rispetto alla rilevazione realizzata nel maggio scorso. Ammontano a oltre 5 miliardi di euro, secondo la stima della Confederazione, i crediti accumulatisi nei cassetti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura perché non monetizzati attraverso una cessione. Un volume raddoppiato se si guarda al dato di primavera. “L’indagine punta i riflettori su una situazione che anche nel nostro territorio diventa ogni giorno più preoccupante ed è tale da richiedere un intervento straordinario del governo per consentire alle imprese di svuotare i cassetti fiscali. Intervento che abbiamo già proposto e che torniamo a sollecitare, perché la paralisi della cessione dei crediti fiscali provoca impatti pesantissimi”, dice Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia. Oltre la metà del campione, infatti, dichiara che sta ritardando il pagamento dei fornitori, più del 40 per cento stenta a pagare tasse e imposte, 6 imprese su 10 considerano la sospensione dei cantieri attivi e l’86 per cento afferma che non aprirà nuovi cantieri. “A soffrire di più – osserva Melaragni – sono le piccole imprese, realtà che prevale nel nostro tessuto produttivo”. Vediamo gli altri numeri. Emblematica la percentuale di imprese con cassetto fiscale pieno da almeno 5 mesi: era il 35 per cento a maggio mentre oggi sfiora il 75 per cento. Inoltre, è aumentata la platea delle imprese che detiene crediti superiori a 100mila euro (dal 45 al 54,5 per cento del totale). Per le imprese, è sempre più difficile individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l’edilizia e lo scenario continua a peggiorare. Il 27,4% per cento rileva, negli ultimi mesi, un atteggiamento diverso da parte degli intermediari, anche se non riesce a risolvere il problema. Oltre la metà delle imprese in difficoltà ha ricevuto offerte di acquisto da parte di soggetti diversi dagli intermediari finanziari ma soltanto l’8 per cento a condizioni in linea con le attese mentre il 42 per cento delle offerte presenta condizioni molto penalizzanti. I canali tradizionali sono sempre più indisponibili ad acquistare i crediti (anche per le incertezze a causa delle continue modifiche normative), lasciando spazio a soggetti che speculano sulle difficoltà delle imprese della filiera. I dati che emergono dall’indagine confermano che il meccanismo dello sconto in fattura necessita di un adeguato sistema per lo smobilizzo dei crediti fiscali, altrimenti gli oneri per le imprese rischiano di essere superiori ai benefici degli incentivi per la riqualificazione degli edifici e per il contributo al Pil. Dall’indagine risalta, infatti, che solo il 7 per cento delle imprese che ha difficoltà con i crediti fiscali è disponibile a riconoscere ancora lo sconto in fattura, tutte le altre non lo faranno e tra queste quasi il 70 prevede una significativa riduzione del mercato di riferimento.
Economia e Lavoro
10 Dicembre 2022
Bonus edilizi: saliti a più di 5 miliardi di euro i crediti nei cassetti fiscali delle imprese