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    Cronaca
    6 Febbraio 2023
    Cassino – Omicidio Mollicone: Le motivazoni della sentenza, per corte assise indizi non sorretti da prove

    di Severino Pio

    CASSINO – Dalla corte d’assise di Cassino arrivano motivazioni della sentenza con cui sono stati assolti cinque imputati per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne uccisa ad Arce il primo giugno del 2001. “Gli indizi dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio, la commissione in corso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata. Numerosi elementi indiziari, costituenti tasselli fondamentali dell’impianto accusatorio del pubblico ministero, non sono risultati sorretti da un sufficiente e convincente compendio prbatorio”, spiega la corte.

    Che aggiunge “Non sono stati provati molti degli asseriti depistaggi che secondo l’accusa il maresciallo Mottola avrebbe compiuto in sede di prime indagini”. Per la corte, inoltra, “sono emerse delle prove che si pongono in termini contrastanti rispetto alla ricostruzione dei fatti da parte della pubblica accusa”.

    “A fronte di tali carenze probatorie nei confronti dei singoli imputati si deve evidenziare come dall’istruttoria dibattimentale siano emersi consistenti e gravi elementi indiziari nei quali si deve necessariamente desumere l’implicazione nella commissione del delitto in esame i soggetti terzi, che sono rimasti ignoti”. Per la corte “non solo alcuni tasselli sostenuti dall’accusa si sono rilevati inconsistenti ma sono emersi degli elementi a discarico dei singoli imputati”.

    “Può senz’altro dirsi acclarato che Serena Mollicone è stata vittima di una condotta omicidiaria commessa da una o più persone, estrinsecatasi in una prima azione lesiva, consistita in un’azione contusiva alla testa, nella zona sopraccigliare sinistra, a seguito della quale la giovane ha riportato un trauma cranico, produttivo di perdita di coscienza; successivamente Serena è con ogni probabilità deceduta per asfissia meccanica da soffocazione esterna diretta, probabilmente attraverso l’ostruzione delle vie aeree con il nastro adesivo e la chiusura del capo con il sacchetto di plastica”.  La corte conclude spiegando che “non possono essere del tutto escluse ipotesi alternative in ordine alle modalità con cui sia stata provocata l’asfissia e che solo post mortem il volto sia stato avvolto con il nastro adesivo rinvenuto”.

    Le motivazioni arrivano dopo la sentenza in cui il 15 luglio scorso sono stati assolti, per l’omicidio della 18enne di Arce, il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, il figlio Marco, la moglie Anna Maria, e due militari, Vincenzo Quatrale, all’epoca vice maresciallo e accusato di concorso esterno in omicidio, e l’appuntato Francesco Suprano a cui era contestato il favoreggiamento.