
Roma – La Riflessologia Metodo Lucia Torri Cianci interpreta l’addome come un importante contenitore, rappresenta un laboratorio in cui sono formulate, gestite organizzate le risultanze e le risposte chimiche, organiche, metaboliche di cui il nostro organismo ha bisogno per gestire nel modo migliore tutte quelle operazioni fondamentali per affrontare una molteplicità di situazioni. Non solo quelle di ordine funzionale come la digestione l’assimilazione o lo smaltimento dei rifiuti metabolici, ma anche quelle per riuscire a tradurre cosa ci sta accadendo in qualsiasi momento a livello emotivo e psichico. Gli organi che si occupano principalmente di queste funzioni sono l’intestino tenue e il colon, che sono collegati con le competenze del cervello, più precisamente con i due emisferi che lo compongono l’emisfero sinistro con l’intestino tenue l’emisfero destro con il colon innanzitutto, bisogna fare luce su quanto e come il cervello sia direttamente profondamente legato al tessuto addominale, e più nello specifico a questi due importanti visceri contenuti nella pancia. Questo collegamento è riconducibile alle competenze del sistema nervoso cerebrale e di quello enterico, attraverso le quali si forma un linguaggio in codice che è tradotto per mezzo di assonanze e similitudini, una sorta di empatia fisiologica e funzionale. Entriamo nello specifico delle competenze di questi due organi addominali iniziando dall’intestino tenue.
L’intestino tenue: discernimento e quello e oculatezza questo viscere si occupa di stabilire le regole di ciò che dobbiamo assimilare cosa no qualsiasi sostanza si è introdotta nel nostro corpo tramite l’alimentazione e prima digerita dallo stomaco che prepara il cibo, lo amalgama, assembla e sminuzza attraverso i succhi gastrici per essere più facilmente leggibile traducibile dal proprio processo assimilativo, di cui è responsabile l’intestino tenue. Quando il cibo raggiunge questa zona le sostanze i principi nutrienti contenuti sono selezionati scelti codificati e in buona parte trattenuti dal tenue mentre tutti i residui di ciò che il nostro metabolismo non può gestire o tutte le sostanze in compatibile con il bisogno nutrizionale sono rimosse, scartate allontanate dal processo assimilativo e inviate agli organi competenti per lo smaltimento di questi rifiuti metabolici. Possiamo dire che questa parte di intestino ha una responsabilità dirigenziale decisionale, Per cui ogni funzione attività metabolica è attuata con grande accuratezza, precisione e capacità di discernere, cioè di separare ciò che deve essere tenuto e ciò che deve essere eliminato, quindi scartato. Questo viscere questo tessuto si occupano di gestire la parte fredda del nostro tessuto emotivo quella che risponde alle direttive più controllate, essenziali, ordinate, razionali e utili. Quelle di cui ha bisogno senza eccedenze o sprechi. Fatta questa importante analisi sulle competenze dell’intestino tenue e possiamo comprendere come e quanto questo instancabile funzionario dell’assimilazione sia direttamente collegato con quella parte del cervello cranico che risponde a queste normative l’emisfero sinistro in questo segmento celebrale vige l’orientamento, l’organizzazione, razionalità, il rigore, la disciplina, la progettazione, la capacità decisionale. Tutto ciò che ci permette di ragionare coscientemente. Parte delle competenze di questo emisfero prendono proprio forma nella pancia e, nello specifico, sono collegate con il rendimento funzionale dell’intestino tenue. Questo viscere si occupa di stabilire le regole di ciò che dobbiamo assimilare e cosa no.
Il colon: fantasia ed emozione il colon è un organo in cui transitano sostanze destinate a essere eliminate, come residui alimentari, chimici, o ormonali e umorali, che il nostro corpo per forza di cose non può trattenere. Tutte le sostanze che però hanno ancora qualcosa di buono da rilasciare nell’organismo. Infatti, una funzione molto importante del colon è quella di assorbire notevole quantità acqua ed elettroliti, ovvero i sali minerali: calcio, cloro, magnesio, potassio e sodio sono alcuni degli elettroliti che il colon riesce ad assorbire e ammorbidire, affinché possano assolvere il compito di esaltatori della sapidità. queste sostanze servono a esaltare le nostre reazioni chimiche, nervose e direi anche, e soprattutto emotive. a questo punto non possiamo più associare il colon unicamente la funzione escretoria, ma anche a quella tra attraverso cui trattiene le sostanze che esaltano e amplificano la reazione emotiva. Il suo compito è quindi quello di accendere, esaltare e nutrire tutte le risposte emotive e umorali. Tutte quelle emozioni che caratterizzano e colorano la nostra quotidianità, che ci premettono di fantasticare, immaginare sentire quelle vibrazioni che si scatenano dal vivere intensamente ogni cosa che affrontiamo e viviamo. Il colon è quel viscere perennemente coinvolto, esaltato e compartecipe. Troppo spesso però ci induce a vivere le emozioni in modo esasperato, eccessivo e fuori controllo, scatenando una serie di sintomatologie fisiche quando queste emozioni non sono comunicate o espresse, oppure comportamenti esagerati, reazioni comportamentali irritanti o pesanti. Abbiamo correlato queste competenze al nostro cervello nello specifico nell’emisfero destro, responsabile del processo di astrazione, quello che ci fa trasportare dall’immaginazione, dalle sensazioni, dal coinvolgimento e conseguentemente dalle emozioni. Sono tutte competenze estremamente affini a quelli del colon. Il colon è in grado di assorbire notevole quantità d’acqua ed elettroliti, ovvero i sali minerali. succede nella nostra pancia: l’organizzare e colorare la vita arrivati a questo punto possiamo trarre delle conclusioni e cioè possiamo dire che l’intestino tenue e l’emisfero cerebrale sinistro si occupano di organizzare la nostra esistenza mentre il colon e l’emisfero destro si occupano di colorare scaldare la vita che stiamo vivendo e di tutelare i nostri ricordi emotivi.L’emisfero sinistro, in combutta con l’intestino tenue, può raffreddare controllare eccessivamente un modo di vivere e reagire alla vita. Ciò avviene soprattutto quando si è convinti che solo l’ordine e la disciplina possono assicurare tranquillità e sicurezza. Che l’ordine e la disciplina siano fondamentali per organizzare al meglio una parte della nostra vita è un dato di fatto, ma nel loro essere estremizzati portano a un irrigidimento tale da scatenare nel corpo delle conseguenze e sintomatologie che non fanno stare bene. Si può infatti incorrere in manifestazioni che coinvolgono principalmente i tessuti dell’impalcatura del corpo, la più esterna, quella più soggetta a tensioni date dall’eccessivo rigore e disciplina: ad esempio, insonnia, mal di testa, crampi, rigidità muscolare, dolore alla schiena, torcicollo e molti altri disagi che il corpo somatizza perché dominato dalla parte emotiva più fredda e controllata.
Analizzando la risposta comportamentale dell’asse tenue/emisfero sinistro, in questa dimensione possiamo trovare: chi vive ossessionato da regole e disciplina imponendo a se stesso e gli altri un rigore tale da non permettere la morbidezza l’accondiscendenza, l’arrotondamento degli spigoli; chi vive nella continua ricerca del dettaglio delle soluzioni per l’uso di chi si nasconde dietro al dovere cancellando ogni traccia di piacere e godimento. Dall’altra parte abbiamo la dominanza di colon ed emisfero destro, una congestione emotiva calda che scatena nel corpo piccole e grandi tempeste, piccoli o grandi focolai emotivi e conseguentemente fisici. In questo caso l’area più colpita è l’addome il luogo di contenimento delle emozioni e del loro calore. Ecco allora che le manifestazioni si presentano sotto forma di processi infiammatori come ad esempio: gastrite, colite, cistite, ma anche gonfiore e dilatazioni addominali, compreso l’aumento dell’adipe. Tutte affezioni enteriche e manifestazioni provocate da una congestione emotiva. In questo caso il corpo soffre all’interno, non nella periferia ma nel centro, dentro la cavità addominale, dentro il tessuto emotivo. In questa dimensione troviamo persone vulnerabili, suscettibili, esposte di continuo a stati emotivi esagerati e a volte incontrollabili:chi perde le staffe facilmente, si dispera per un nonnulla, si perde nei meccanismi tortuosi delle proprie emozioni di quelle delle persone vicino;che è incline a non avere il controllo su ciò che si può esprimere emotivamente;chi piange per ogni cosa, si lamenta sempre, brontola, rimonta regina, si affanna, si tortura cercando di vivere dentro a tutte le cose, le persone e i problemi, senza comprendere se c’è utile oppure no;chi vive senza lucidità e distacco dalle cose e dalle persone. Riflessologia plantare corporea un valido aiuto Queste correlazioni tra intestini ed emisferi cerebrali sono strumenti che noi operatori del metodo Lucia Torri Cianci, servono per comprendere più a fondo il bisogno psicofisico dei clienti permettendoci di trattare il corpo in modo più mirato e specifico. Nei due casi sopra descritti il nostro approccio e soprattutto la riflessologia plantare corporea, che ci supportano nel ristabilire un equilibrio organico affinché i due intestini non sviluppino disagi e disturbi.Nel caso dell’intestino tenue la finalità è quella di rilassare tutta la struttura articolare muscolare e legamentosa, ma anche quella di ammorbidire sciogliere il rigore che ha irrigidito la postura e il comportamento. Nel caso del colon invece l’obiettivo è quello di decongestionare l’esuberanza e l’esacerbazione umorale che si forma nel tessuto addominale, ma anche raffreddare l’esaltazione emotiva trattenuta, che amplifica la risposta impulsiva e ansiogena agli eventi della vita.Occuparsi di un corpo non è solo guardare, osservare trattare un difetto per ridurlo o eliminarlo, ma anche entrare nel corpo per sciogliere decomprimere le gabbie emotive che contribuiscono a perdere quella serenità tanto cara anche alla bellezza perché senza la quiete dell’anima un corpo riflette una luce fioca e debole. Uno squilibrio di questi sistemi deriva da quanto ci siamo lasciati trascinare dalle situazioni che hanno esacerbato il nostro modo di porci nelle varie esperienze.