logo
    Agenda
    14 Marzo 2023
    Ora legale 2023, quando cambia e come spostare le lancette. Come evitare gli effetti indesiderati

    Torna l’ora legale: lancette degli orologi spostate in avanti di un’ora nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023. Il cambio avviene alle 2, che diventano automaticamente le 3, rubando un’ora di sonno ma regalando un’ora di luce in più in vista dell’estate. L’ora legale vigerà fino a domenica 29 ottobre 2023, quando tornerà l’ora solare.

    Se i dispositivi smart, come telefoni, tablet, smartwatch, computer, si aggiorneranno in automatico, bisognerà ricordarsi di fare il cambio manuale su orologi analogici e degli elettrodomestici, così come per alcune automobili.

    Le giornate sembreranno allungarsi, consentendo un notevole risparmio energetico, ma non sono da escludere situazioni negative legate al cambiamento dell’ora, come stress e disturbi temporanei del sonno. Il primo riguarda inevitabilemente l’ora di sonno in meno. Questo può portare a stanchezza e a difficoltà nel concentrarsi, oltre che emicrania, variazioni di umore e alterazioni d’appetito. C’è chi risente maggiormente del cambiamento e lamenta questi disturbi. L’impatto dell’ora legale sul nostro organismo è dovuto al ritmo circadiano, l’orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo. Ma le più sensibili agli effetti tipo “jet lag” sono le persone che tendono a svegliarsi più tardi.

    ‘ora legale ha anche rivolti positivi sulla salute. È provato che un’ora in più di sole ha un effetto positivo diretto sull’umore. Per contrastare invece le conseguenze negative, ci sono alcuni consigli utili: il primo (e forse più scontato) è evitare di restare svegli fino a tardi, almeno nelle prime settimane del cambio ora. Questo aiuta l’organismo a riposare sempre nella stessa ora e a svegliarsi all’orario più corretto. Ricordarsi inoltre di tenere la zona notte buia per evitare di svegliarsi prima è fondamentale.

    L’ora di luce in più è stata adottata in Italia in modo definitivo dal 1966 (mentre in tutta Europa dal 1996), fa sì che l’Europa utilizzi lo stesso calendario per metterla in atto, con effetti diversi a seconda della latitudine dei Paesi, tra Nord e Sud e per le ore di luce e di risparmio energetico.