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    Cronaca
    5 Aprile 2023
    Sulla chiusura dell’impianto di Rocca Cencia, Gualtieri mente: “Emissioni fuori controllo”

    ROMA – Ieri, con toni trionfalistici, il sindaco di Roma Gualtieri annunciava: ”Oggi è una giornata importante, attesa da molto tempo dalla città. Una decisione storica, già operativa”, che è quella della ”chiusura definitiva del Tmb di Rocca Cencia”.

    Questa, secondo la sua versione, la motivazione ufficiale: “Una scelta che è stata possibile perché per la prima volta questa città ha un piano rifiuti, operativo, che ha dato certezza sull’autosufficienza impiantistica di Roma, con tutti gli impianti previsti compreso il termovalorizzatore, con un orizzonte di tempo definito e con un modello di sviluppo basato su discarica zero”.

    Tutte menzogne, secondo quanto dichiara invece il consigliere Marco Di Stefano, capogruppo di Udc-FI in Assemblea Capitolina che afferma: “L’impianto di Rocca Cencia sarebbe stato chiuso solo perché sono state registrate delle emissioni fuori controllo.

    Di fatto l’impianto è diventato fuori legge per i responsabili dello stesso. Di qui l’esigenza di chiuderlo, altro che il Sindaco Zorro”.

    “Il Sindaco di Roma – come riporta Affari Italiani – viene in Aula Giulio Cesare e nella versione ‘Zorro’ a difesa dei più deboli annuncia la chiusura del Tmb di Rocca Cencia. Peccato che da notizie assunte sembrerebbe che la chiusura dell’impianto sia dovuta al pessimo risultato delle analisi di autocontrollo sulla qualità dei biofiltri; dopo i rewamping, i risultati sono stati nuovamente deludenti. Di qui l’esigenza di chiuderlo, altro che il Sindaco Zorro che va in aiuto dei cittadini della zona liberandoli dal Tmb”.

    tE in effetti anche il presidente del Municipio VI aveva detto che il Tmb era stato “temporaneamente chiuso, il che è la conferma di quanto da tempo sostengono cittadini e Comitati di Quartiere riguardo ai pericoli che quell’impianto genera”.

    Accuse rincarate da un tweet dei “Lavoratori Ama” con il quale si motiva la mancanza della consueta fila di camion Ama davanti all’impianto la sera del 3 aprile non per “miglioramenti organizzativi nella raccolta” ma “per emissioni fuori controllo”.

    Anche per i consiglieri del M5s e della Civica Raggi c’è qualcosa che non quadra, visto che, dicono in una nota, la chiusura “è arrivata, parrebbe, in anticipo rispetto alla stessa tabella di marcia stabilita dalla maggioranza, nonostante un periodo non particolarmente roseo per la raccolta rifiuti a Roma e con le festività pasquali alle porte”.

    Il Tmb di Rocca Cencia era adibito allo smaltimento di buona parte dei rifiuti indifferenziati della Capitale. Con la sua chiusura, per altro alla vigilia delle festività pasquali, potrebbe generare una situazione problematica per quanto riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, anche se Gualtieri ha escluso questa possibilità.

    “Il dato di fatto importante da considerare – ha detto Di Stefano – è che ad oggi tutti gli impianti dell’Ama, escluso quello piccolo di Pomezia, non funzionano e sono chiusi. Questo vuol dire che in questo momento trasferire le 400 tonnellate di indifferenziato al giorno che venivano trattate a Rocca Cencia costerà ai cittadini romani circa due milioni in più al mese, che andranno nelle casse dei privati proprietari dei nuovi impianti contrattualizzati. Questa è l’Ama, e questa è la vergogna del ciclo dei rifiuti di questa città”.

    Dello stesso avviso i consiglieri del Movimento 5 Stelle e della Lista Civica Raggi: “La chiusura ci preoccupa molto, al di là della cerchia ristretta del Sindaco, nessuno ha chiaro in quali modi si intenda sopperire alla perdita di questo impianto. Il Sindaco si è limitato a fare cenno in maniera fumosa ad altre opzioni e di trasferimenti all’estero, ma con nessun dato concreto. Il problema è sempre quello: l’Assemblea Capitolina in questa consiliatura sembra essere stata privata del suo ruolo decisionale e ridotta a semplice uditorio. Chiediamo chiarezza e costi di questa operazione. Il rischio è che a farne le spese siano tutti i romani, che nel migliore dei casi già stanno patendo un servizio a singhiozzo”.