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    17 Maggio 2023
    Milan, orgoglio o delusione? Ecco le parole di Pioli e Maldini

    Inutile nasconderlo, la delusione in casa rossonera resta altissima. Prevale la consapevolezza di aver fatto una Champions ambiziosa e importante, prevale senz’altro la stessa consapevolezza d’aver perso contro una squadra più forte ed esperta, ma inutile nasconderlo, si chiama sempre Inter. Ed il Milan ha storicamente abituato i suoi sostenitori, nella sua immensa storia, a dominare concittadini e connazionali in Europa.

    “Peccato di esser arrivati fin qua senza esser riusciti a conquistare la finale, ma non deve nascondere la soddisfazione d’aver ottenuto una semifinale – commenta Pioli, che chiaramente punta bicchiere mezzo pieno – resta una grossa delusione non esserci riusciti. Uscire in semifinale in un derby è normale essere delusi. Stagione più complicata di quello che pensavamo, ma stagione che c’ha insegnato tanto. Abbiamo scelto di andar avanti in un doppio confronto, è normale che qualcosa c’è mancato. I rimpianti nascono soprattutto per la posizione in campionato, non all’altezza di quello che ci aspettavamo. Adesso la missione diventa solo finir bene la stagione, con positività, non con negatività. Anche perchè secondo me la base è ottima per futuro e per ciò su cui lavorare”.

    Non tutti i nuovi hanno funzionato, alla lunga paghi i tanti giovani. Ma il progetto, in attesa di definire futuro e posizione di Pioli, resta chiaro, nonostante un possibile quinto posto. Come trapela dalle parole di Maldini: “Ci manca ancora qualcosa. Non va dimenticato che in 3 anni, da dove siamo partiti, abbiamo conquistato un secondo posto, uno Scudetto che abbiamo meritato, una semifinale di Champions. Ma dobbiamo essere consci del nostro livello. Abbiamo puntato su un progetto giovani, giovani significa esperienza, queste partite si preparano così: sono ragazzi che hanno evidentemente mostrato di far fatica a giocare mentalmente ogni tre giorni, che significa esser campioni. Resta un discorso di tempo: questa era la prima semifinale per tanti nostri giovani, decisiva la gara d’andata dove siamo entrati con paura. Ma il progetto resta chiaro, non siamo il Milan di Berlusconi, abbiamo fatto tanti tagli e sacrifici, per questo puntiamo su giovani (da far crescere come gruppo nel tempo ndr). Sarebbe stato più semplice, per far un esempio, prendere Dybala e rispondere alle esigenze presenti, invece abbiamo fatto altre scelte, per crescere a lungo termine”.