Un pomeriggio di festa, emozioni, colori. L’ultima di campionato all’Olimpico, per celebrare e ricordare una grande stagione, quella del sogno realizzato, il grande obiettivo dell’anno, quello del ritorno in Champions. E La Lazio si congeda dal proprio pubblico con un successo, l’ennesimo stagionale, 3-2 finale su una Cremonese già retrocessa, quella dell’ex Ballardini: sembra tutto semplice, poi qualche distrazione di troppo complice obiettivo già conseguito, la rimonta grigiorossa sul 2-2, prima che Milinkovic nel finale timbri la doppietta decisiva che riporta i biancocelesti al secondo posto in classifica. Un successo che tra l’altro significa anche supercoppa italiana, visto che l’Inter terza ha già vinto la Coppa Italia e l’anno prossimo, il nuovo format disposto dalla lega, prevede doppia semi e finale, come in Spagna.
Un pomeriggio di festa. Cornice e spunti, più importanti dell’aspetto calcistico e dell’ennesima vittoria. Olimpico strapieno. Aperti anche tutti i distinti sud e settore ospiti completamente laziale. Il tutto esaurito, una festa delle grandi occasioni, come non si vedeva da tempo. Probabilmente pur per ricordare il decennale del 26 maggio 2013, la Coppa Italia vinta in finale contro i rivali concittadini, la Roma. Presente Lulic, presenti tanti, tantissimi membri dell’epoca. Presente soprattutto Radu, che dopo 15 anni di lazialità lascia biancocelesti e calcio giocato: lacrime, commozione, applausi e tributo della Nord.
E chiaramente a fine stagione può sempre esser l’ultima per più di qualcuno. Sicuramente quella di Tare, rapporto mai decollato con Sarri, nonostante gran lavoro e gran traguardi dirigenziali. A giugno contratto in scadenza: dopo 18 anni le strade si separeranno. E poi, mentre Luis Alberto sembra esser vicino al rinnovo, potrebbe esser stata l’ultima del calciatore forse più importante della Lazio di questi anni: Milinkovic, il sergente, contratto in scadenza 2024, stavolta la cessione, a 28 anni, sembra tutt’altro che da escludere. Sguardi e abbracci, la doppietta finale, quasi come nelle trame di un film, per congedarsi dal suo popolo. Roma è casa sua. E comunque andrà, sempre lo sarà.