Notte infernale al Rigamonti. Decisamente una pagina negativa per tutto il calcio italiano. Festeggia il Cosenza, che vince ancora il playout come un anno fa e resta in Serie B. Dopo aver condannato il Vicenza 12 mesi fa, stavolta a farne dolorosamente le spese è il Brescia, che dopo 38 anni di massimi livelli tra Serie A e cadetteria, torna amaramente in Lega Pro.
Partita tesa e contratta a Brescia, dopo l’andata in Calabria vinta dai rossoblu la tensione è palpabile. Le rondinelle la sbloccano in piena ripresa con capitan Bisoli, ma non arriva la rete del raddoppio. Così nel finale, proprio all’ultimo respiro, al quinto giro di lancette dei 5 minuti di recupero, una zuccata di Meroni regala punto e pari d’oro al Cosenza: esplode la panchina ospite, tutti verso il settore ospiti in delirio, mucchio selvaggio, mucchio di felicità.
Ci sarebbe spazio per l’ultima azione bresciana, ma la Curva evidentemente non ne vuole sapere: esplode il lancio in campo di fumogeni, piove di tutto, direttore di gara costretto alla sospensione, scene veramente raccapriccianti, tutti di corsa negli spogliatoi, invasione di campo e contestazione. Pagina nera per la storia della B, pagina nerissima per quella del Brescia Calcio. L’arbitro decreta interruzione e, una volta compreso in maniera tangibile quanto e come fosse impossibile ristabilire e riprendere la gara per l’ultima manciata di secondi, decreta la fine: Cosenza salvo, Brescia in C.