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    3 Giugno 2023
    FA Cup, ancora Man City: doppio Gundogan, United KO. Adesso Guardiola sogna il Treble

    Il Manchester City vince la settima Coppa d’Inghilterra della sua storia, una storia letteralmente esplosa negli ultimi 14 anni e che adesso rischia seriamente e meravigliosamente di toccare il suo apice, accarezzando vette mai vissute prima. Una FA Cup che vale doppio: battuto in finale sotto l’arco di Wembley i rivali concittadini, il Manchester United, che per un secolo ha sempre dominato calcisticamente la città. La seconda di Pep Guardiola, che con le 5 Premier e 4 Coppe di Lega si porta ad undici trofei domestici della sua straordinaria egemonia britannica. 34simo trofeo vinto dall’ex straordinario e rivoluzionario tecnico di Barcellona e Bayern, addirittura terzo manager più vincente nella storia di questo sport.

     

    Partita tiratissima, fino all’ultimo centesimo di secondo. City avanti clamorosamente alla primissima battuta, gol splendido al volo di Ilkay Gundogan, rete che sembra spianar subito la strada all’undici di Guardiola. Ma il Man United è tornato squadra vera, sa reagire e mostrare gioco e personalità, tratti distintivi della fertile ricostruzione di Ten Hag. Così pareggia Bruno Fernandes dal dischetto al tramonto del primo tempo; ma ad inizio ripresa sugli sviluppi di palla inattiva ancora Gundogan in fotocopia incolla al volo e ristabilisce il vantaggio Citizens. Allora gestione, sì, ma United vivissimo, sempre ambizioso nonostante, per esperienza, progetto appena decollato e qualità, una spanna inferiore ai rivali e quindi alle premesse chiaramente un pizzico sfavorito. Haaland stavolta non timbra, il Man City non la chiude, così dall’altra parte prima talento Garnacho fa le prove generali accarezzando a giro il palo lungo, poi clamorosa mischia e mucchio selvaggio in pieno recupero e sfera che accarezza più volte in pochi concitati secondi la linea della porta d’Ortega e si infrange addirittura sulla traversa. Brividi City, incredulità United e fischio finale.

     

    Amarezza e dolore calcistico per i Red Devils, che dopo aver vinto qui soltanto tre mesi fa la Carabao Cup sul Newcastle, stavolta non è riuscita a compier il grande passo, battuta dalla squadra più forte d’Inghilterra. Proprio Gundogan dunque a sollevare il trofeo, oggi capitano del City, ennesima doppietta da centrocampista offensivo timbrata nelle grandi occasioni, quelle che contano, quelle dei grandi campioni.  Un derby che pesava tantissimo, come mostrano lacrime e tangibile commozione proprio del buon Pep e dei suoi calciatori al fischio finale. Abbracci su abbracci.

     

    Una gara caricata tantissimo a Manchester in settimana. Una gara che soprattutto, e qui arriviamo al meraviglioso nocciolo più rilevante, significava intrinsecamente storia secolare. Perché? Perché adesso il Manchester City può sognare il famoso Treble, quello che dalle parti latine verrebbe definito triplete, ovvero centrare grande slam e concomitante vittoria nello stesso finale di stagione di campionato, coppa nazionale e coppa dei campioni, la più prestigiosa, quella dalle grandi orecchie. E adesso, dopo aver vinto proprio l’ennesima Premier grazie ad una sontuosa cavalcata di rimonta sulla rivelazione Arsenal, dopo aver battuto sotto l’arco di Wembley i rivali del Manchester United, Guardiola punta dritto verso Instanbul: finale di Champions, ma per completare l’opera servirà battere la resistenza di una stoica, spavalda e coraggiosa Inter di Simone Inzaghi, arrivata a gonfie vele fino alla fine. Servirà l’ultimo grande passo: il Manchester City può scrivere la storia.