Soltanto 48 ore al grande traguardo. Alla grande notte. Che non significa chiaramente conseguirlo. Significa viverlo, significa sognarlo, quel sognare di consegnare al calcio italiano una delle notti migliori dell’ultimo decennio. D’altronde sono stati proprio i nerazzurri a regalare l’ultima coppa dalle grandi orecchie al nostro calcio.
Nel 2010 fu triplete, con Mourinho. Era un’altra Inter, era un’altra Serie A. Oggi circostanze completamente diverse, certamente, ma anche senza chiaramente rivestire il ruolo da favorita, la Beneamata giocherà ancora una finale di Champions, stavolta per affrontare il Manchester City ad Instanbul. E cominciano a venire fuori le prime news dall’infermeria. Dopo mesi di inattività recuperato Skriniar, già in panchina a Torino, anche se non ha ancora affrontato alcun impegno ufficiale. Non partirà chiaramente dal primo minuto ma, prima di Parigi, sarà pronto ad intervenire se le circostanze turche lo richiederanno.
La notizia di giornata è che l’Inter ha recuperato Correa. La quarta punta per due posti. Altra scelta, altra pedina a gara in corso. E malgrado quel che si legge, resta sempre opzione a cui il credo calcistico di Simone Inzaghi tiene fortemente. Un suo fedelissimo. Mezza punta argentina, che proprio il tecnico ha voluto fortemente portarsi con sé dai suoi prosperosi anni laziali. Il team nerazzurro lavora per recuperare una novità stagionale esperta e brillante, Mkhitaryan. Servirà la sua esperienza per ribaltare e infiltrarsi nella difesa della squadra più forte al mondo probabilmente in questo momento, proprio il Man City. A quel punto scelta necessaria: uno solo tra Brozovic e Calha. C’è gran poco da palleggia, contro chi palleggia meglio in Europa. Davanti il grande dubbio è tra Dzeko e Lukaku per affiancare Lautaro: eterno Edin, contro un Romelu che sembra aver recuperato, prestazioni alla mano nell’ultimo mese, la condizione migliore.