La crescita dei livelli di fatturato e degli investimenti; la conferma della dinamica positiva per il mercato interno e per l’occupazione, associata al netto calo delle ore di Cassa Integrazione Guadagni; stabilità dell’export; previsioni favorevoli di un ulterioreconsolidamento della ripresa nel corso della prima metà del 2023, malgrado le criticità dei costi energetici, della spinta inflazionistica e per il reperimento di manodopera specializzata.Dopo la battura d’arresto generata dalla crisi pandemica e dal drammatico conflitto in Ucraina, le Piccole e Medie Imprese della provincia di Viterbo archiviano un 2022 intermini complessivamente positivi e addirittura migliori rispetto alle previsioni.Ad evidenziarlo sono i risultati dell’indagine della Federlazio su “Le PMI di fronte all’instabilità della congiuntura economica”, condotta su un campione di 500 aziende, di cui 50 della Tuscia, che hanno compilato un questionario on line.I fattori presi in esame nel report si riferiscono all’andamento delle attività del tessuto produttivo viterbese e dei singoli mercati di riferimento, unitamente alle previsioni riguardanti il primo semestre di quest’anno.
La percentuale di piccole e medie imprese della Tuscia che nel 2022 hanno vistocrescere il fatturato è stata del 52,4%, rispetto al 47,5 registrato a livello regionale.Significativo, inoltre, il novero di aziende del campione (il 38,1%) che segnala una stabilità dei livelli di fatturazione, a fronte del 28,8% rilevato nel Lazio.Solo il 4,8% di operatori viterbesi intervistati ha registrato una contrazione, rispetto aldato regionale del 23,7%.
In ordine alle valutazioni sui mercati di riferimento è stato chiesto alle piccole e medie imprese del viterbese di esprimere i loro giudizi riguardo all’andamento, rispetto al mercato privato interno, sulle commesse pubbliche e sulle attività e gli scambi con l’estero. Entrando nello specifico, sul mercato interno la percentuale di chi ha dichiarato un incremento dei propri ricavi è stata del 37%, mentre il 63% ha segnalato una stabilità.Nessuna azienda del campione ha registrato perdite sul mercato interno.Valori di segno positivo anche nell’ambito delle commesse pubbliche, con il 36% di imprese con fatturati in crescita e il 64% che presenta livelli di stabilità.Anche in questo ambito di mercato, nessun operatore ha evidenziato un calo.Meno accentuata la ripresa delle attività e gli scambi con l’estero: solo il 7% di imprese ha registrato aumenti, a fronte di un 33% che ha subito contrazioni.Predominante (60%) il novero di coloro che presentano una stabilità dell’export.
Per definire un quadro più approfondito sulla situazione delle piccole e medie imprese del territorio nel 2022, l’indagine ha inteso mettere in luce anche gli effetti diretti della pandemia energetica sulle attività, con gli incontrollabili incrementi dei costi delle forniture di energia elettrica e del gas.Il grafico mette evidenzia come per le aziende più energivore questi aumenti abbiano comportato impatti negativi: nel complesso per il 41% le conseguenze sono state Gravi o Abbastanza gravi, con il rischio di sospendere l’attività aziendale nel 6% dei casi.Per il 30% delle risposte l’impatto è stato Significativo, con riduzione dei margini aziendali, ma sostenibile.
Altro tema affrontato dall’indagine della Federlazio sull’andamento delle piccole e medie imprese nel 2022 è stato quello dell’occupazione, anche con riferimento al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni ed alle difficoltà di reperimento di nuova forza lavoro, soprattutto specializzata.Trend occupazionale positivo, con il 29,2% di aziende che dichiara di aver aumentato il personale ed un 62,5% di intervistati che evidenziano una stabilità degli organici.Solo nell’8,3% dei casi si è assistito ad un ridimensionamento del numero di occupati.