VELLETRI – Omicidio in carcere dove un detenuto è stato ucciso dal suo compagno di cella. L’aggressione nel penitenziario di Velletri. Aggressione a calci e pugni per Marcos Schinco, cittadino brasiliano di 43 anni, per il quale nulla si è potuto. A ucciderlo un detenuto italiano di 26 anni, Federico Brunetti, con problemi psichiatrici, poi arrestato e messo in isolamento.
L’omicidio si è consumato nel pomeriggio di lunedì 19 giugno, nonostante l’intervento degli agenti della polizia penitenziaria per Marcos Schinco non c’è stato nulla da fare, colpito violentemente con calci e pugni dal 26enne romano con cui condivideva la cella, è praticamente stato ucciso sul colpo. Affidate le indagini agli agenti di polizia penitenziaria, nella casa circondariale dei Castelli Romani sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Velletri che hanno eseguito i rilievi scientifici.
Proclamato lo stato d’agitazione
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, è necessario ripensare completamente la questione penitenziaria: “Quanto accaduto nel carcere di Velletri deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l’espletamento del proprio servizio. Il disagio mentale, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stato riversato nelle carceri, dove non ci sono persone preparate per gestire queste problematiche, mancano strutture adeguate e protocolli operativi. La polizia penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione”.