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    11 Luglio 2023
    Wimbledon: gloria e cuore, ma troppo Alcaraz per Berrettini. Oggi Sinner

    Tanti autografi, tanti applausi, tra cui quelli di Alcaraz. Finisce così un Wimbledon che ha restituito Berrettini al grande tennis. Una reazione d’orgoglio e classe dopo mesi travagliati e pregni di problemi e infortuni. D’altronde, nei grandi momenti, pur senza condizione, Berrettini raramente sbaglia. E anche quest’anno, dopo un ottimo percorso con tre vittorie, è riuscito a recitare un ruolo di primordine, rendendo tutti fieri, arrivando fino agli ottavi. Sconfitto soltanto da uno dei più grandi, potenza presente e futura del tennis internazionale, quel Carlos Alcaraz che punta chiaramente dritto a questo punto ad arrivare fino in fondo e che battendo Matteo s’assicura un posto minimo ai quarti di finale. E c’è stato pur gran momento per Matteo stesso, vincente il primo set. Poi triplo 6-3, stesso punteggio, ma stavolta per il rivale spagnolo, che completa la rimonta e vola al turno successivo. Così come Djokovic, che rispetta i pronostici e centra i quarti dall’altra parte del tabellone. “Una ricorsa difficile da pensare – spiega Berrettini a Sky nel post gara – nel senso che è stato un anno pieno di retromarce, ma ho ritrovato la gioia di far ciò che scelsi da bambino, giocare a tennis. Purtroppo con Carlos non è andata come pensavo, ha giocato meglio di me. Gli infortuni? La verità è che ho sempre cercato una motivazione rispetto agli infortuni, ma resta sempre difficile da trovare. Ho fatto tutti i test del caso ma non è mai uscito nulla di particolare. Ci sono tornei come questo dove mi sento fresco, veloce, altre volte dove il corpo non risponde. L’obiettivo resta quello di star bene e via via sempre meglio, anche a costo di saltare qualche torneo. Vengo da periodo difficile e ultimi mesi sono stati un inferno. Sono ripartito bene, ma mi sento bene, ho bisogno di ritrovare fiducia fisica e continuità”. A questo punto le speranze italiane tornano tutte sull’asso più importante del tennis azzurro, la carta Sinner, già qualificato ai quarti. Oggi l’ostacolo, l’insidia di una rivelazione come il russo Safiullin. Uscire sarebbe una grande delusione, per tutti. Ma passare vorrebbe dire semifinali, un sogno.