logo
    Energia e ambiente
    1 Agosto 2023
    L’assalto continua Violazioni a Giannutri Weekend “nero” Diving senza freni

    GIANNUTRI – Nonostante il clamore sollevato dal mega-yacht delle sceicco e ministro degli esteri degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Zayed Al Nahyan di Abu Dhabi, che pochi giorni fa ha scorrazzato con le sue imbarcazioni a bordo nel mare protetto di Giannutri (anche in zona 1 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano) l’assalto all’isola più meridionale dell’Arcipelago Toscano continua.

    Come già denunciato da Legambiente, anche nell’ultimo weekend, a Punta Secca e a Punta Ischiaiola una grossa imbarcazione di un diving si ancorava a 15 metri dalla costa buttando la seconda ancora di poppa sul fondale roccioso a un metro di profondità. Ricordiamo che siamo in zona 2 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e che la sosta per i diving è permessa solo attraverso la prenotazione dietro pagamento, di una delle boe gialle del campo boe predisposto dal Parco nazionale proprio per loro.

    Altri 2 diving si ancoravano nei pressi della secca che dà il nome alla cala, a pochi metri dalla boa gialla, senza però utilizzarla, bensì buttando la seconda ancora sulla secca su un fondale roccioso di 1,5 metri di profondità. Diverse altre barche di privati ancoravano liberamente a meno di 100 metri dalle rocce emerse.

    “Eppure non ci vorrebbe molto per controllare la zona 2 del Parco Nazionale – scrive Legambiente – in particolare le zone maggiormente frequentate come Punta Secca e Cala Ischiaiola. Basterebbe che il Parco Nazionale si dotasse di telecamere così come sono presenti nella zona uno a tutela integrale, in modo tale che la Capitaneria di Porto possa sanzionare le imbarcazioni senza neanche intervenire ma solo prendendo le foto dalle telecamere.

    Oppure si potrebbe dotare la Capitaneria di un mezzo navale per il controllo continuo dell’isola di Giannutri che soprattutto nel periodo estivo, tutti i giorni viene presa d’assalto. Di fronte a questo assalto incivile e fuori legge – chiude Legambiente – ci chiediamo perché lo Stato che deve proteggere il mare di Giannutri secondo gli impegni che si è preso con il Parlamento, l’Unione europea e la Comunità internazionale continui a permettere che nel mare di Giannutri l’illegalità e l’inciviltà regnino sovrane”.