ROMA – Il consigliere regionale del Partito Democratico, Massimiliano Valeriani, ha presentato una proposta di legge concernente l’“Istituzione del Reddito Alimentare Regionale”.
Finalità della proposta di legge è quella di dare diritto di ogni individuo all’accesso al cibo, la riduzione degli sprechi e produzione dei rifiuti, il rafforzamento dei principi di solidarietà sociale e del coinvolgimento del Terzo Settore.
Il Rapporto sulla situazione sociale dell’Italia, pubblicato il 2 dicembre 2022 dal Censis, evidenzia come nel 2021 le famiglie che hanno vissuto in condizione di povertà assoluta nel nostro Paese sono state più di 1,9 milioni, vale a dire il 7,5% del totale. In tutto 5,6 milioni di persone, pari al 9,4% della popolazione, se si considerano anche quelle a grave rischio indigenza. Si tratta di un milione in più rispetto al 2019, senza contare i danni economici e sociali prodotti dalla recente crisi pandemica.
Di queste famiglie circa il 7% risiede nei Comuni del Lazio: si tratta di migliaia di persone in profonda difficoltà che non riescono a far fronte neanche al minimo fabbisogno alimentare.
Di contro ogni anno si registra in Italia uno spreco alimentare di circa 230.000 tonnellate di cibo invenduto dalla grande distribuzione organizzata che può essere impiegato per aiutare almeno 3 milioni di italiani in stato di indigenza e povertà.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con legge n. 197 del 29/12/2022 ha istituito il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare e con Decreto n. 78 del 26/05/2023 ha definito le modalità attuative e in particolare la definizione dei beneficiari e le forme di coinvolgimento del Terzo Settore.
Tenuto conto che l’intervento statale è limitato alle sole Città Metropolitane ed ha forma sperimentale, con la seguente proposta di legge si propone, con risorse a carico del bilancio regionale che integrerebbero quelle ministeriali, di realizzare un modello di sussidiarietà circolare che vede coinvolti Stato, Terzo Settore e privati per la raccolta e la distribuzione di generi alimentari erogati ai cittadini in condizione di indigenza allargando il bacino d’utenza a tutti i Comuni che presentano criticità simili e che sono invece tenute fuori dall’intervento del Governo.