ROMA – Come riportato dalla nostra redazione nella giornata di ieri, gran parte della classe dirigente dell’UDC ha lasciato il partito in aperto contrasto con la linea dettata dal Segretario Nazionale Lorenzo Cesa e da quella del coordinatore regionale Regino Brachetti.
Prima le dimissioni di alcuni consiglieri municipali e del consigliere capitolino Marco Di Stefano. Oggi si attendevano le reazioni dell’unico consigliere regionale eletto nel Lazio, Nazzareno Neri, legato proprio a Dei Stefano. Che sono puntualmente arrivate: “Da questo momento il mio comportamento nei confronti dell’Udc seguirà in tutto quello del consigliere comunale Marco Di Stefano di cui condivido comportamenti e scelte”, ha detto il consigliere regionale.
“Al pari del consigliere Di Stefano sono stato eletto come indipendente”, ha rincarato la dose Neri, chiudendo le porte ad una permanenza nel partito di Cesa.
Di colpo, dunque, l’UDC si trova, nel Lazio, ad essere un partito “vuoto”, senza rappresentanza nelle Istituzioni che contano, vale a dire Roma Capitale e regione Lazio. Istituzioni dove, per essere eletti, servono tantissimi voti. Che all’interno dello Scudo Crociato solo Di Stefano e Neri hanno dimostrato di avere.
Se Atene (UDC) piange, Sparta (la Lega) non ride. All’interno del Carroccio laziale le cronache raccontano di un gruppo consiliare alla regione Lazio in cui consiglieri a mala pena si rivolgono la parola. Angelo Tripodi la scorsa settimana avrebbe anche rassegnato le dimissioni dal gruppo, salvo poi ritirarle in extremis. Di certo, però, per Tripodi i mal di pancia non sono passati, stretto nella morsa tra l’asse di ferro Cangemi Cartaginese, più uniti che mai.