SUPINO – L’annoso problema della contaminazione delle terre agricole e la perimetrazione SIN (Siti d’Interesse Nazionale) della Valle del Sacco continua a far discutere. Tra i comuni più colpiti nei decenni di “disastro ecologico” c’è senza dubbio Supino. Ma intorno a tutto ciò sono state fatte numerose speculazioni.
Per la tutela del territorio supinese e non solo, è nato il Comitato “L’Avamposto della Valle del Sacco”, il cui Vice Presidente, Luigi Fasanella, è anche consigliere comunale di opposizione nello stesso comune lepino.
Nella giornata di ieri il Comitato, per il tramite del suo Vice Presidente Fasanella, ha inviato il seguente comunicato stampa:
“Cresce il pressing del Comitato ‘L’Avamposto della Valle del Sacco’ sulle istituzioni per ottenere le informazioni necessarie per quantificare lo stato di contaminazione delle terre agricole dell’ultima perimetrazione SIN (Siti d’Interesse Nazionale) risalente al 2016 che ha vincolato ben 266 ettari di terreno nel Comune di Supino.
Le informazioni ricevute recentemente dall’ARPA Lazio, dalla regione Lazio e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica”, spiega il Vice Presidente del Comitato Luigi FASANELLA, “sulla quantità e la pericolosità degli inquinanti presenti in termini di rischio sanitario ed ecologico per la popolazione residente, indicano in maniera inequivocabile che le analisi delle aree agricole e delle aree esondabili ricadenti nel territorio di Supino non ci sono oppure sono introvabili.
Questo purtroppo, è quanto emerso nelle 3 comunicazioni ricevute dagli Enti preposti dove si comunica l’assenza di analisi nei terreni ora diventati invece molto appetibili per alcune società che, intenzionate a realizzare centrali fotovoltaiche, affermano che le nostre terre non sono idonee all’agricoltura,
Tra l’altro, affermare che le nostre terre sono inquinate contrasta con il lavoro effettuato quotidianamente dal Dipartimento di Prevenzione ASL di Frosinone per accertare la presenza di sostanze vietate o contaminanti ambientali pericolose nel latte proveniente dagli allevamenti degli animali ubicati nelle stesse zone.
Dopo 7 anni dalla perimetrazione del SIN, mediante decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare , d’intesa con la Regione Lazio, dove numerose aziende agroalimentari, attività agricole e zootecniche hanno subito danni all’immagine con conseguente deprezzamento delle loro terre, assistiamo al contrario all’aumentare dell’interesse di alcune società che, approfittando del deprezzamento dei terreni, causato dalla perimetrazione del SIN, cercano di investire capitali offrendo ai proprietari dei terreni “specchi per allodole” per coprire l’intero paesaggio con migliaia di metri quadrati di pannelli fotovoltaici.
Un pericoloso Eco Affare che approfittando di una recente modifica del Codice dell’Ambiente consentirebbe loro di realizzare distese di pannelli senza alcun ostacolo, deturpando un paesaggio già compromesso nel passato dalle industrie.
E’ inaccettabile che dopo questo lungo periodo e dopo le innumerevoli promesse fatte nel passato non sia stata fatta alcuna caratterizzazione del suolo da parte degli enti preposti per capire fondamentalmente se le nostre terre sono o non sono inquinate. Mentre al contrario, queste caratterizzazioni del terreno verrebbero fatte clandestinamente e senza alcuna autorizzazione dalle società al fine di avere informazioni necessarie sullo stato di contaminazione.
Una Ciociaria, violentata nel passato dalle industrie ma anche dalla speculazione edilizia, rischia nuovamente la deturpazione del paesaggio attraverso la realizzazione di mega impianti fotovoltaici oppure di discariche dove verrebbero depositati tonnellate di rifiuti provenienti da tutta la provincia magari approfittando della indolenza di alcuni Comuni.
Sia ben chiaro, dichiara il Vice Presidente Luigi Fasanella, l’utilità degli impianti fotovoltaici e delle discariche non si discute, ma noi abbiamo già dato!!! Un pericolo questo, scongiurato dal Senatore Dante Schietroma nel1969 che volle salvaguardare una parte del territorio dalla voracità dell’industria destinandola a paesaggio rurale e dallo Statuto del Comune Supino che non consente ‘…l’insediamento di centrali per la produzione, con qualsiasi mezzo, di energia elettrica.’
Vi sono equilibri, conclude Fasanella, che vanno preservati nella consapevolezza del valore cruciale dell’ambiente e il nostro impegno è quello di conservare il nostro patrimonio, le nostre radici e la nostra storia così da essere consegnato alle future generazioni, incrementadone il valore e non il contrario”.