I passeggeri: “Bagni maleodoranti e 40° a bordo con i condizionatori spenti. Fermate quella nave”. Due adulti con auto hanno speso tra andata e ritorno 507 euro per un viaggio infernale e con poco personale
CIVITAVECCHIA – Un viaggio della speranza quello che hanno vissuto i passeggeri del traghetto Moby Vinci partito da Olbia alle 15,30 e arrivato a Civitavecchia intorno alle 21.45: senza aria condizionata, con i bagni inservibili per i cattivi odori, file ai distributori di bevande e nessuna informazione o assistenza.
Forse questo l’aspetto che ha frustrato maggiormente chi ha avuto la sfortuna di trovarsi a bordo.
A raccontare la traversata una coppia di civitavecchiesi che, in vista del maltempo in arrivo, hanno anticipato il viaggio di un giorno ovvero da lunedì a domenica.
Che fosse una giornata difficile si era capito già quando la nave ha mollato gli ormeggi nel porto sardo: «È stata una vergogna – commentano i due signori appena sbarcati – far viaggiare le persone in queste condizioni».
«L’aria condizionata non è stata accesa nonostante il caldo di questi giorni, chissà forse per risparmiare. Per dare un’idea del disagio vissuto, ci sono state famiglie che avevano prenotato la cabina e hanno preferito uscire sui ponti per via della temperatura insopportabile e non è che si stesse molto meglio. Tuttavia era sporca la nave intera, dove soprattutto nei bagni la situazione era indecente. File chilometriche per sorbirsi un olezzo tremendo, con le pulizie sì effettuate ma non a fondo come necessario. Per comprare una bottiglietta di acqua attese lunghissime e nessuno a dare informazioni”.
“A tutto ciò – continua – va aggiunto un costo assurdo per un semplice spostamento di data: la penale che abbiamo pagato è stata da 105 euro. Da quanto detto, in parecchi erano intenzionati a presentare reclamo alla compagnia di navigazione». Il tempo di effettuare le pulizie e il Moby Vinci è salpato di nuovo, verso Olbia: «Non sappiamo in quali condizioni – concludono i due – perché secondo noi quella nave andava fermata per ragioni di sicurezza».