VITERBO – Questa mattina a Palazzo Gentili sede degli uffici provinciali di Viterbo è andato in scena un altro capitolo della battaglia della Tuscia contro il piano regionale di gestione dei rifiuti che prevede l’ampliamento della discarica di Monterazzano: l’idea di Roma è che la struttura viterbese debba accogliere anche i rifiuti che le altre province del Lazio non riescono a smaltire autonomamente.
Il consiglio provinciale di Viterbo ha infatti votato all’unanimità una mozione per dire no al progetto di ampliamento della discarica di Monterazzano che, come sostenuto dal Presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli, “deve rimanere al servizio esclusivo delle esigenze del territorio della Tuscia”.
Il documento, che segue un’analoga mozione già deliberata dal consiglio comunale di Viterbo, è poi stato approvato all’unanimità anche dall’assemblea dei sindaci della provincia di Viterbo.
Come ha spiegato Romoli durante l’assemblea, la contrarietà della Tuscia al progetto di ampliamento della struttura per lo smaltimento dei rifiuti vuole salvaguardare in primis la qualità ambientale, agricola e logistica del territorio.
“Siamo favorevoli a ingrandire la discarica – hanno detto ai sindaci della Tuscia – purché questa rimanga a servizio esclusivo del nostro territorio. Quella di Viterbo è l’unica provincia del Lazio completamente autosufficiente per lo smaltimento dei rifiuti. Non possiamo farci carico degli errori degli altri”. “Paghiamo la malagestione del comune di Roma che ancora non ha realizzato il termovalorizzatore – ha concluso Romoli -. Questa mancata chiusura del ciclo dei rifiuti nelle altre province porta oggi la regione Lazio a dover necessariamente individuare delle aree di stoccaggio. Ma la Tuscia non può e non deve diventare una discarica regionale”.
