Emozione indescrivibile. Qualcosa di raro, rarissimo. Un gol del portiere resta nelle memorie dei tifosi, sempre. Farlo a questi livelli, davanti a questo pubblico, in questo palcoscenico, beh, vola dritto dritto nella storia della lazialità. La Lazio ha ripreso l’Atletico Madrid all’ultimo respiro, decide Ivan Provedel di testa su cross di Luis Alberto, attacco allo spazio a tagliare a metà una delle difese più rocciose e arcigne dell’ultimo decennio, quale tradizione Colchoneros dell’era Simeone. Pensate un pochino. Ha sorpreso anche loro. Il Football è anche questo. Lo sguardo del portiere, perso nel nulla, freddissimo e glaciale, nonostante l’estasi di una piazza letteralmente esplosa per sua meravigliosa colpa. E allora invasione. Esultanza folle. Impazzisce la Nord, così come tutto l’Olimpico. La Lazio trova un punto pesantissimo al tramonto di una gara che sembrava stregata, con l’Atletico bravo ed esperto a colpir prima, a difendere poi. Capitan Ciro Immobile continua a soffrire una vena realizzativa che forse, a 35 anni, soffre un minimo di carta d’identità. Stavolta male Kamada, senza spunti lo stesso Felipe. Sarri cambia le carte in tavola, offende prima e assalta poi, nel finale nonostante Oblak crolla la resistenza dell’Atletico. Girone equilibratissimo e punto fondamentale, considerando che il Feyenoord ha battuto il Celtic e vola momentaneamente in testa alla classifica. Era importante subito restare nel mucchione di classifica, senza staccarsi. Sarri si prende il punto, Provedel l’emozione. Adesso il campionato, rialzare la testa, imperativo a Formello. Sabato c’è il Monza. Solo fra due settimana sarà tempo di rituffarsi in Champions. Appuntamento fascinoso. Celtic Park. 4 ottobre, save the date.
Sport
20 Settembre 2023
Una notte chiamata Provedel: estasi Lazio all’ultimo respiro