Non sono certamente le settimane migliori della carriera di Ciro Immobile. A dispetto di un’annata particolarmente negativa a livello di infortuni, la sua Lazio aveva chiuso l’ultima stagione con un sontuoso secondo posto e qualificazione straordinaria alla successiva Champions League. Quest’anno la missione era continuare quanto costruito con Sarri nell’ultimo biennio ma tornare protagonista in prima persona, tra campagna biancoceleste e Nazionale, dopo che Spalletti a fine estate aveva lui conferito la fascia di capitano. Soltanto tre gol in questo primo scorcio di stagione, di cui due solo su rigore, prima del nuovo ennesimo infortunio muscolare che da settimane lo tiene lontano dai campi da gioco. Qualche critica di troppo, qualcun altro che addirittura lo metterebbe in discussione in casa Lazio in favore di Castellanos. La scorsa estate rifiutò ogni sirena saudita, pur forse vacillando per tali proposte economiche, per restare ancora biancoceleste, tra Champions, calcio che conta e grande obiettivo Euro 2024. In un’intervista fiume rilasciata al Messaggero, capitan Ciro rileva tutto il suo stato d’animo, tornando a parlare della sua scelta estiva di respingere la corte saudita e restare a Roma: “Decisi di rifiutarla per la Nazionale e la Champions. Ma dopo un inizio di campionato così, qualche domanda me la sono fatta, specialmente dopo le critiche di alcuni, fortunatamente non tutti, che non hanno visto e apprezzato il gesto ma hanno subito presentato il conto. Questo mi fa male, anzi mi fa vacillare. Chiudere la carriera alla Lazio? Io amo la Lazio, ma in questo momento dico sì e no. Non vorrei rispondere al volo, ci sto pensando da un po’ con la mia famiglia. Intanto devo tornare in forma e in campo al meglio. Una volta che ci sarò riuscito, potrò decidere davvero. Ora direi di no perché sono in un periodo negativo e sono infortunato, ma se avessi fatto 20 gol direi sì. Quindi la mia decisione non deve essere dettata dal momento. Sicuramente se prima ero convintissimo di rimanere a vita, ora lo sono un po’ meno. Sono un po’ ferito. Io non so cosa succederà a gennaio o giugno. Non ho mai avuto paura di mettermi in discussione, né quando sono andato all’estero né quando sono tornato qui. Vedremo”.