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    24 Ottobre 2023
    Premier, che impatto Postecoglou: così ha ricostruito il Tottenham capolista

    Arrivato come ultima scelta e semi sconosciuto al calcio d’elite, quello d’NBA, quello da Premier. Arrivato nello scetticismo di mille addetti ai lavori. In realtà qualcuno a cui la vita non ha dato niente. Ange Postecoglou. Nome e cognome ellenico, emigrato in Australia a cercar fortuna con la sua famiglia in tenera età. Ha dovuto scalare il globo terrestre passando da Giappone e Coppa d’Asia; poi Celtic, ha vinto tutto, allora paradiso. La panchina più scottante per un uomo dalle mille sfide che non ha paura di niente, quella di un Tottenham arrivato alla fine di un’era dalle ceneri e macerie della doppia gestione Mourinho prima Conte poi. D’altronde quel club ha bisogno di connotati umani non indifferenti per sposare Londra Nord. L’estate più dolorosa dell’ultimo decennio del club con la dolorosa ma inevitabile cessione del suo calciatore migliore, Harry Kane, che ha scelto (non poteva più aspettare) Monaco di Baviera per vincere. E pure la cessione dell’uragano l’ha gestita benissimo, il buon Poste, tenendo sempre saldo il timone: un condottiero che sapeva dove voleva arrivare. Un gruppo di giovani da ricostruire. Con la sua umiltà, con la cultura del lavoro. Con la sua bontà e lealtà, soprattutto. Un essere umano che ha cambiato connotati e volti di tutto il centro d’allenamento: ha contagiato tutti, ha conquistato tutti, dal primo all’ultimo. Una filosofia di calcio propositiva, moderna, a tratti rischiosa ma esteticamente straordinaria, a tratti stessi persino stupefacente. Colpi mirati e giovani giusti, il fantasista che mancava da troppo, quel James Maddison artista in stato di grazia: gioiello vero. Il Tottenham ha sorpreso tutto e tutti, così come Postecoglou. Il Tottenham da ieri sera comanda la Premier in solitaria, quando in tanti, persi Conte e Kane, non la inserivano nemmeno più a livelli Europa League o Conference. Lo fa contro titani ancora più ricchi. Lo fa momentaneamente davanti a Guardiola e Klopp. La tifoseria è pazza del suo allenatore e s’è stretta attorno ai loro giovani affamati, come un fenice che risorge dalle proprie ceneri, storia di sentimento di un popolo del sentimento, che nei momenti più dolorosi e complicati sa come ritirarsi su, con massimo orgoglio. Il merito è del suo allenatore: impressionante come in due mesi, per uno che ha quell’idea di calcio così intrigante, abbia già saputo plasmare tutto e tutti. Una squadra a sua immagine e somiglianza. Una squadra di giovani il cui sogno è quello di tornare in Champions League: sarebbe miracolo tecnico. Soltanto mesi fa utopia, oggi potenzialissima realtà. A gonfie vele. Il Tottenham Hotspur è tornato, signori.