ROMA -Questa mattina ha avuto inizio, davanti ai giudici della IV sezione d’Appello di Roma, il processo di secondo grado per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne uccisa ad Arce, in provincia di Frosinone. Il suo corpo venne ritrovato in un bosco il 3 giugno del 2001.
Nel processo di primo grado c’è stata l’assoluzione dei 5 imputati, tra cui l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Franco e altri due carabinieri, il vice maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano, unico imputato presente oggi in aula. Per i giudici del I grado, che assolsero gli imputati gli elementi raccolti erano lacunosi e non univoci. La procura di Cassino, presentò ricorso in Appello, insieme alle altre parti civili. Il carabiniere, Vincenzo Suprano, ha presentato una memoria difensiva. La procura appellante, indicò nella persona di Santino Tuzi, il brigadiere che si suicidò nel 2008, come colui che vide per ultimo Serena Mollicone in vita.
Proprio Tuzi, non più in vita, è considerato l’elemento chiave della vicenda. Una lista testi con 44 testimoni sono stati citati dalla Procura generale nel processo di oggi. Il Pg, dopo aver presentato l’elenco dei testimoni, ha chiarito l’importanza delle dichiarazioni di alcuni testimoni che avevano appreso da Tuzi, prima che questo si suicidasse con un colpo di pistola. Secondo il Pg, ci furono omissioni nel non aver ascoltato le dichiarazioni di alcuni testimoni. Lo stesso, poi, ha evidenziato come la figura chiave per comprendere la vicenda è proprio la figura del brigadiere Tuzi e i racconti che aveva fatto ad alcune persone prima del suicidio.