Una discendente parabola verso il basso. L’enorme crisi dell’Ajax. Adesso in Eredevisie dominano altri biancorossi: non solo PSV, soprattutto Feyenoord, già lo scorso anno campioni d’Olanda con Slot. Il terzo posto della passata stagione, segno tangibile di un club lontano dal tornare ruolo di primordine almeno in terre domestiche, non ha poi tra l’altro significato nemmeno Champions League. La crisi s’è tremendamente acuita nell’estate con scelte tecniche complicatissime da comprendere. Un paradosso se pensiamo a lancieri sfavillanti e spumeggianti in grado di incantare in Europa soltanto qualche anno fa, fino ad una finale di Champions sfiorata, dopo aver sbattuto fuori istituzioni come Real Madrid e Juventus. Era l’Ajax di Ten Hag, piena di talenti e calcio spumeggiante sotto ogni reparto. Poi le partenze, le cessioni, una squadra smantellata. Non c’è stato adatto ricambio generazionale, le nuove scelte sono state completamente sbagliate. La visione di Ten Hag stessa è andata via. Scelte tecniche, pizzico letale di sfortunata, tanti infortuni, senz’altro, ma tutti concetti che non possono minimante giustificare l’ultimo posto in Eredevisie 2023/24. Un inizio di stagione disastroso, a tratti drammatico: terzo cambio in panchina, saltato pure Maduro, squadra ad interim a Van’t Ship. Nonostante capitan Bergwjin risultati tremendi. Soltanto 5 punti in classifica: addirittura lancieri fanalini di coda. Una vittoria che manca da dieci giornate: altra sommossa, altro cambio di rotta. Troppa, troppa confusione. Sperando che l’ultimo cambio in panchina, affidando al traghettatore olandese la squadra fino a fine stagione, possa significare inversione di tendenza per la ricerca di un campionato tranquillo: la missione è tirarsi fuori dalle sabbie mobili il prima possibile, altrimenti fantasmi retrocessione potrebbero diventare ben presto realtà. Altro che Halloween.
Sport
31 Ottobre 2023
C’era una volta l’Ajax: crisi irreversibile, ultimo posto e traghettatore