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    4 Novembre 2023
    Lazio, non c’è minima continuità: Bologna realtà vera, Motta sogna l’Europa

    Nuova battuta d’arresto per la Lazio. L’ennesima di questa stagione. La Lazio, nonostante tre vittorie consecutive in campionato di cui arrivate dopo la sosta come quella all’ultimo respiro arrivata contro la Fiorentina, lascia l’intera posta in palio al Dall’Ara: vince il Bologna di Motta, realtà vera, gran bel calcio, produzione fertile di talenti all’interno di un sistema societario che lavora e funziona benissimo, tra scouting e gran qualità dirigenziale. Sistema moderno che dopo 10 gare da imbattuti stamani è giusto applaudire. Finisce 1-0 per i felsinei: dopo un primo tempo discretamente di marca biancoceleste contraddistinto da diverse occasioni e manovra più che fluida non arriva il gol del vantaggio capitolino, succeduto dal grande errore tutt’altro che da grande squadra, ovvero quello di aprirsi e farsi infilare ad inizio ripresa. Grande ripartenza, palla al bacio di un nove e mezzo che sta crescendo tecnicamente in maniera importante come Zirkzee, inserimento perfetto del solito Ferguson: la Lazio accusa, Sarri mischia le carte, Bologna gestisce e sfiora il raddoppio, biancocelesti che non riescono a riprendersi e nemmeno a contrograffiare e la partita defluisce così, intera posta in palio ai rossoblu. Motta ha tante scelte, cambia le carte in tavola e porta a casa punti: il Bologna aggancia il Napoli al quinto posto e si porta momentaneamente ad un solo punto dal quarto posto Champions adesso atalantino. Clamoroso, davvero rilevante e straordinario. Se Motta sa trovare il meglio dalla profondità di rosa, Sarri per niente: evidentemente limite cronico. I tanti impegni pesano, nonostante rosa senza Milinkovic ma più lunga. Si poteva e doveva far di più in questo inizio campionato. Discontinuità in questi primi mesi, discontinuità in questa partita stessa: buon primo tempo, ripresa deludente. Motta cambia l’ordine degli addendi ma il risultato non cambia, Sarri cambia l’ordine degli addendi ma cambia pure il risultato stesso. Tempo per ingranare i meccanismi da lui desiderati, ma limite vero, al contempo. La Lazio resta dietro. Adesso testa al Feyenoord, poi derby. Ma durante la sosta andrà tracciata una linea e riflettere seriamente su ciò che in questi primi tre mesi non è andato per il verso giusto.