di Simona Tenentini
VITERBO – In tutta Italia calano, timidamente, gli incidenti sul lavoro e anche la Tuscia registra un lieve decremento degli infortuni, a fronte, però, di un aumento dei decessi.
Su tutto il territorio nazionale, secondo i dati Inail resi noti dal Segretario Regionale UGL Lazio Armando Valiani e dal responsabile Dipartimento UGL Sicurezza Wladymiro Wisocki: Si parla di “430.829 casi di infortunio che rispetto al 2022 dello stesso periodo si traduce in -19,6% dei quali il -3,7% con esito mortale, ovvero 761.
Nella Regione Lazio “rispetto al periodo gennaio/settembre 2022 (41.539 casi) al 2023 registriamo 29.521 casi, meno 12.018 eventi e sui casi mortali registriamo 65 incidenti che rispetto allo stesso periodo del 2022 (72 casi) sono meno 7 eventi”
Nel dettaglio sono questi, invece, i dati di Viterbo: 1.370 meno 676 del 2022 che registrava 2.046).
Un quadro non così positivo se lo si prende in considerazione dal punto di vista dell’aumento dei casi mortali: + 4 rispetto al solo evento del 2022.
Altro dato importante da evidenziare è l’incremento degli infortuni per gli under 20 anche per la Regione Lazio con 3.066 casi rispetto il 2022 che registrava 2.744, ovvero aumento di 292 casi.
Per quanto riguarda le malattie professionali invece, la Regione Lazio come del resto l’intero territorio nazionale, vede un sensibile aumento di 627 casi: 3.777 rispetto al 2022 di 3.150.
“Questo deve far riflettere come la sicurezza o meglio, la cultura della sicurezza debba cominciare proprio nella scuola.Una materia che deve essere oggetto di studio al pari di tutte le altre materie proprio per educare il ragazzo di oggi, futuro lavoratore, datore di lavoro, imprenditore alla forma mentis del lavoro sicuro.Sempre più spesso ci si accorge e si riscontra che tra i ragazzi, così come negli adulti, la conoscenza del pericolo e del rischio nel lavoro, delle lavorazioni che vanno ad eseguire sono ancora molto sottovalutati.
La sicurezza sul lavoro deve essere una prerogativa di tutti, un dovere e un diritto ma troppo spesso è ancora sottovalutata e in alcuni casi addirittura inapplicata”.