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    Politica
    7 Novembre 2023
    Alle polemiche sulla chiusura di “Lucha y Siesta”, la Regione risponde stanziando 910000 euro a tutela delle donne

    di Simona Tenentini

    ROMA – Nei giorni scorsi accese polemiche aveva causato la chiusura, da parte della Regione, della casa per accoglienza “Lucha y Siesta”, un centro antiviolenza nel quartiere Tuscolano di Roma.

    Numerosi erano stati gli attacchi politici al presidente Rocca, seguiti anche da una manifestazione davanti alla sede di via Cristoforo Colombo al grido di : “La battaglia contro la Regione è aperta”.

    Stamattina è arrivata la risposta concreta di sostegno alle donne.

    Su proposta dell’assessore alla Cultura, alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia, al Servizio civile, Simona Baldassarre, la Regione ha deliberato di programmare risorse pari a 910mila euro complessivi, di cui 250mila euro per un progetto rivolto a minori vittime di violenza assistita, 400mila euro per progetti sulla conservazione e la promozione della storia e della cultura delle donne, quali strumenti di promozione delle pari opportunità, e altri 260 mila euro per una campagna di comunicazione integrata e multicanale mirata a contrastare ogni forma di violenza e a far conoscere alle donne i servizi e le opportunità offerti da soggetti pubblici e privati, per favorire l’autonomia femminile.

    «Con questa delibera, la Regione Lazio continua a profondere il massimo impegno a tutela delle donne e dei bambini, per contrastare la violenza di genere, accogliere i minori vittime di violenza, informare e formare sulla cultura del rispetto e contribuire alla consapevolezza delle donne in merito alla propria autonomia e alle minacce poste da una pericolosa cultura della sopraffazione, che intendiamo affrontare anche con misure preventive», ha dichiarato l’assessore Baldassarre.

    «Lo facciamo con la programmazione di risorse statuali e l’allocazione di fondi regionali, perché di fronte a questi problemi servono azioni concrete e risolute, anche attraverso politiche pubbliche che investano in strutture e informazione, per accogliere i minori, per innescare processi di autodeterminazione femminile, accompagnando tutte quelle iniziative che partono anche dai privati e dal Terzo settore, in una logica partecipazione dal basso preziosa», ha concluso l’assessore Baldassarre.