E dunque vittoria agrodolce. Una vittoria agrodolce perché nonostante un Olimpico come di consueto pregno e denso di giallorosso, la Roma era ormai lontanissima dalla speranza primo posto completamente gettata tra Praga e Svizzera ed infatti, malgrado il ritondante 3-0 con cui agevolmente l’undici di Mou s’è sbarazzato del piccolo Sheriff fanalino di coda, i giallorossi hanno chiuso il loro raggruppamento in seconda posizione che come previsto li vedrà costretti agli insidiosissimi playoff/sedicesimi contro quelle terze prestigiosamente scaricate dalla Champions League. Una serata dunque agrodolce non soltanto perché si chiude col preventivato e amaro secondo posto in un girone discretamente abbordabile, vista la vittoria di uno Slavia che già nel primo tempo aveva archiviato 4-0 la pratica Servette (terza forza che scende in Conference), ma bensì perché s’era aperta con l’infortunio, ennesimo, più tortuoso del previsto per un Dybala che probabilmente tornerà soltanto ad anno nuovo. Agro sì ma dolce pure, anzi dolcissima, non tanto per il solito Lukaku e quel ritorno atteso sul tabellino dei marcatori targato Belotti, ma soprattutto per debutto e gol sotto la Sud di giovane romano e romanista Pisilli, formidabile emozione, lacrime e umiltà, genuina, volto meraviglioso, romanismo puro. E c’è tanto José, anche in sala stampa, in tutto questo: “Ho lanciato giovani ovunque ma qui è diverso, qui non pensano a far soldi e diventare calciatori, qui sono ragazzi che qualche anno fa chiedevano autografi e oggi sognano di diventare calciatori della Roma. Pisilli ha pianto in campo e nello spogliatoio, sono dovuto scappare anche io per non cadere nell’emozione”. Romani e romanisti: romanismo. Fantastico pisilli, bravo Josè. Sguardo al futuro? Per l’appunto sedicesimi a febbraio: tra gli avversari più tosti senz’altro Galatasaray e Benfica, ma occhio pure a Lens e Shakhtar. Possibili Braga e Young Boys, forse le più abbordabili, ma attenzione alla suggestione con la s maiuscola: ancora Feyenoord?
