Ne abbiamo parlato e ne stiamo parlando ormai da più di 24 ore, giornalisticamente non potrebbe esser altrimenti dopo la sentenza, quella sentenza, della Corte di Giustizia UE che ieri mattina, discutendo e contestando il monopolio di Uefa e Fifa, rischia di aver cambiato orizzonti e dimensione futura del calcio europeo dei prossimi decenni. In tanti, per portata, l’hanno paragonata alla legge Bosman di fine anni novanta. E non hanno tutti torti. Perché la sentenza ammette la possibile costruzione di leghe e competizioni internazionali direttamente allestite e potenzialmente organizzate dai club senza passar necessariamente dall’Uefa. E naturalmente la prima idea rientrata al centro delle copertine è quella della Superlega, che negli ultimi due anni non ha mai smesso di sognare di tornare al centro del cono di luce calcistica e che infatti ieri, cavalcando l’onda, ha immediatamente preso parola e presentato nuovi progetti e modalità. Un’idea completamente differente rispetto a come s’era presentata due anni fa, quando fece scalpore quel concetto della prescelta dozzina senza aperture a club restanti: stavolta 64 squadre, tre leghe, partecipazioni aperte, promozioni e retrocessioni. Pacchetti di gare gratuite senza alcun onere per il telespettatore. Ma nonostante siano passati due anni e mezzo da quell’aprile 2021, il contesto in termini Superlega non cambia e nemmeno convince. Stavolta secchiate di prestigiosi rifiuti internazionali sono arrivati in meno di 24 ore, tra comunicati dei club e scelta della federazioni che hanno giurato vicinanza ai valori dei club. La Premier non poteva chiaramente tornare sui suoi passi. Fermo restando che il governo britannico aveva già vietato anni fa ai club inglesi di prenderne parte. Tutta la Premier ha detto di no. Rifiuti pure da parte di istituzioni come il Bayern, ancor più mediatica l’ironia dei vertici del PSG. In Spagna stessa, a lasciare sole Barcellona e Real di Florentino, anche Villarreal, Siviglia e Valencia. E Ceferin, al momento, gode e gongola.
Sport
22 Dicembre 2023
Superlega, fioccano rifiuti da tutta Europa: secca respinta di Premier, Bayern e PSG