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    Cronaca
    13 Gennaio 2024
    Deposito scorie nucleari: l’autocandidatura di Trino Vercellese dà speranze alla Tuscia

    VITERBO – Il Comune di Trino Vercellese, nella giornata di ieri, ha ufficializzato, con una Pec al Ministero, la disponibilità ad autocandidarsi come sito per il Deposito Nazionale di scorie nucleari. Nelle stesse ore, in Provincia di Viterbo, si è tenuta l’assemblea dei sindaci che è, servita, su volontà del presidente Romoli, a dare informazioni dettagliate, fornite dall’avvocato di Palazzo Gentili Francesco Rosi, ai rappresentanti dei Comuni della Tuscia su come proporre ricorso al Deposito.

    L’avvocato ha parlato di un ricorso “pilota”, che permetterà l’adesione anche dei Comuni non coinvolti nei 21 siti ufficializzati, nella Tuscia, dalla Carta della Sogin, mentre il consiglio per i Comuni che contengono tali siti è quello di fare ricorsi autonomi che, sommati a quello della Provincia, darebbe maggiore autorevolezza all’impianto complessivo anti-deposito.

    Ora la novità è, nel giorno di scadenza per presentarfe la propria auto-candidatura, la volontà di Trino Vercellese di ospitare il deposito. In realtà gli approfondimenti tecnici escluderebbero il sito piemontese ma, la volontà dell’unico Comune italiano contro la grandine di no da parte di tutti gli altri siti, in primis della Tuscia, potrebbe portare il Governo a “sanare” qualche dato tecnico.

    Entro il 13 febbraio scadono i termini per il ricorso contro il deposito nazionale di scorie nucleari e, la Provincia, si sta muovendo bene e nei tempi giusti per fare da coordinamento con i Comuni ed attenersi anche alle ultime dichiarazioni ufficiali del presidente della Regione Francesco Rocca che invitava a non autocandidarsi per il sito.

    Sarà fondamentale non alleggerire la pressione contro il Deposito alla luce della notizia dell’autocandidatura di Trino Vercellese che, automaticamente, non significa che la Tuscia sia ora preservata.

    Una comune lotta con i mezzi che offre l’ordinamento legislativo ed amministrativo, senza sconti e flessioni di sorta, saranno sempre le armi principali per scongiurare la struttura da 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi.

    G.A.