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    26 Gennaio 2024
    Premier e Liverpool salutano un’istituzione: ricostruzione della Breaking britannica, l’addio di Jurgen Klopp

    Come un fulmine a ciel sereno. Una scossa pazzesca, a ciel sereno. La notizia che i tifosi del Liverpool non avrebbero mai voluto leggere. Sapevano che prima o poi sarebbe accaduta; ma la speranza era sempre quella del più tardi sarà, meglio sarà. Finisce la quasi decennale era Jurgen Klopp ad Anfield: fine, quantomeno tecnica, di una delle storie d’amore più belle del calcio moderno. Arriva coi Reds ricostruiti, rimiscelati, tornati in testa alla classifica, quantomeno a lottarsi la Premier fino alla fine. Chi ha ricostruito l’armata rossa saluta: lascerà a fine stagione. Una notizia che ha colto tutta l’Inghilterra d’assoluta sorpresa. Ovviamente Breaking, assoluta: tutte le testate e tutte le televisioni hanno immediatamente spedito ogni notizia calcistica o sportiva in secondo piano per lasciare l’apertura alla bomba mattutina. L’ha fatto Jurgen stesso, convocando la tv del club: un annuncio a cuore aperto, lui, da solo, seduto, davanti alla telecamera, parlando a tutti i tifosi di uno dei club più grandi al mondo. E ha colpito tutti, toccante, toccati. E’ stanco. Vuole avere una vita normale. Vuole vivere altro, prima che diventi troppo anziano. Sta finendo le energie e sente la voglia di staccare. Sorprende per datazione, tempistica; ma prima o poi, come egli stesso ha ammesso, avrebbe dovuto dichiararlo, scoperchiare il vaso. E non solo Liverpool. La Premier perde tanto. Un personaggio extraordinario. Un’istituzione. Un carattere che fa tanto. E che fa e che ha fatto tanta Premier. Nonché, arguably, uno dei due più grandi. NBA, stellare, campionato più forte al mondo ove tutto può succedere: ma alla fine, se non era City era Liverpool. Jurgen lascia avendo vinto tutti i trofei possibili immaginabili e forse anche meno di quel che avrebbe meritato: una Champions, una Premier, che sarebbero potute essere anche rispettivamente due e tre. Tante volte i Reds hanno accarezzato i 100 punti arrendendosi a chi ne faceva uno di più, il Man City di Pep. Per duelli, anno dopo anno, che hanno segnato un’era. Quasi come quella ventennale tra Sir Alex e Wenger. Ed ora? C’è tempo per pensarci. Forse, logisticamente, per i Reds sarà Xabi Alonso. Per lui sarà riposo. Senz’altro, come ammesso, non allenerà più in Premier un altro club che non sia quello di Anfield Road. Ma ha chiesto alla tifoseria di non tributargli ancora cori o gratitudine. Non serve, “non dovete dimostrarmi il legame che abbiamo e sempre avremo”. Tempo di presente e di un finale di stagione per chiudere quasi nove anni di gestione, da quel lontano ottobre 2015, nel modo più glorioso possibile. Thank you, Jurgen.