Una delle notti peggiori dell’anno. Soprattutto per l’importanza della partita. Le 4 vittorie consecutive, stoppate dalla trasferta araba e soprattutto il pari interno col Napoli, avevano permesso alla Lazio di pensare e calibrare Bergamo come tappa determinante dell’inverno biancoceleste. Soprattutto perché quella classifica così ancora corta e compatta per la lotta al quarto, forse quinto posto, aveva riallacciato speranze e ambizioni Champions. Invece, tra freddo e gelo lombardo, è arrivato un crollo che sgomenta un pochino tutto l’ambiente. Ora, non che oggi quelle speranze siano tramontate. Senz’altro. Ma per dimensioni e contenuti espressi al Gewiss, è sembrato francamente un passaggio di consegne. L’Atalanta ha palesato, ieri sera soprattutto, a tutta Italia quella voglia di tornare a centrare il sogno Champions. Ha distrutto la Lazio sotto ogni punto di vista: un dominio dall’inizio alla fine. Che l’Atalanta stia meglio e che stia volando è sotto gli occhi di tutti, merito di un Gasp che sì, senz’altro cullato dalla sua Bergamo, ha saputo però ricostruire, eccome. Prestazioni non brillanti sussistono, possono capitare, ma una Lazio battuta su seconde palle, corsa, ardore, beh, quello fa riflettere. E sui social l’ira dei tifosi si scaglia contro chi dovrebbe prender per mano la squadra come Luis Alberto, o chi sembra scender in campo per far un favore agli avversari, Felipe, ormai a fine della sua avventura capitolina. Senza mordente. E se l’unico col mordente è Gilà, con tutti i suoi limiti, diventa significativo. Quest’anno s’è persa tra l’altro la ricetta dello scorso anno: Sarri ha fatto altre scelte, Casale misteriosamente finito ai margini, s’è completamente persa quella solidità che aveva permesso a Provedel di battere il record di cleah sheet. E fuori Formello qualcuno ha pur contestato, Lotito e Sarri. Musi lunghi e tutti delusi. Ma adesso non c’è tempo per fermarsi. Serve esame di coscienza perché il Bayern incombe. Quelle chiaramente sono gare che a livello di stimoli si preparano da sole, ma il rischio di far figuracce e incassare goleada, soprattutto versione Lazio vista ieri, diventa preoccupante. E dietro l’angolo.
Sport
5 Febbraio 2024
Editoriale Lazio. Crollo a Bergamo, campanello d’allarme e musi lunghi