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    Economia e Lavoro
    17 Febbraio 2024
    Incidenti sul lavoro, nel 2023 numeri in calo ma sempre alti: occorre investire in sicurezza

    di Marco Gubetti

     

    ROMA – Il disastro accaduto ieri a Firenze nel cantiere edile per la costruzione del supermercato Esselunga (vedi articolo linkato qui sotto) riporta sotto i riflettori il problema della sicurezza sul lavoro. L’altro numero di morti bianche e infortuni sul lavoro rappresentano una vera e propria piaga che l’Italia si porta dietro da sempre. I dati Inail riferiti al 2023 – diffusi proprio pochi giorni fa – ci parlano di un  leggero miglioramento, con 585mila infortuni sul lavoro, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022; si tratta però di una diminuzione dovuta in gran parte alla fine del Covid: al netto dei contagi da coronavirus (111mila nel 2022, meno di 6mila nel ’23), la diminuzione degli incidenti resta, ma si ferma a poco più dell’1%. Discorso simile per le morti bianche. Si è passati dai 1.090 morti sul lavoro (compresi quelli in itinere) del ’22 ai 1.041 dell’anno scorso, una diminuzione del 4,5% e dove l’incidenza del Covid è – in questo caso – lievissima. Un dato positivo, quindi, ma 1.041 morti sono comunque troppi: quasi tre al giorno, domeniche e festivi compresi. Ora, per cercare di risolvere il problema sappiamo che il governo ha cominciato a intervenire dal lato dei controlli, assumendo quasi mille ispettori nell’estate scorsa, ma quello degli accertamenti è solo uno dei due corni del problema. Dall’altro c’è anche quello di riuscire a diffondere una cultura della sicurezza del lavoro. Un’operazione che va portata avanti in primis all’interno delle aziende, con manager preparati e dedicati alla materia e poi con una sensibilizzazione e un aggiornamento continuo dei dipendenti. C’è poi il piano della scuola. Poterebbe essere molto utile che fin dalle scuole superiori, specialmente negli istituti tecnici, venisse dedicato un congruo numero di ore proprio a questo argomento, per abituare fin da giovani le persone a pensarsi sicure sul proprio posto di lavoro. Vale la pena di sottolineare che spendere per la sicurezza sul lavoro è un investimento destinato a rendere – tanto per lo Stato quanto per gli imprenditori – perché meno infortuni sul lavoro ci sono e meglio vanno i fatturati delle aziende e, di conseguenza, le entrate dello Stato. Per non parlare del fatto che ogni lavoratore che deve restare a casa è un costo per lo Stato, non solo perché non produce più, ma anche perché a quel punto deve essere e – giustamente – assistito. Per dare solo un paio di numeri (sempre da fonte Inail) nel 2022 le prestazioni sanitarie per infortuni e malattie professionali sono state più di 7 milioni e 300mila e le rendite per inabilità permanente o per i superstiti hanno sfiorato le 633mila.