Al secondo anno di progetto è arrivata la qualificazione Champions con una splendida cavalcata fino al secondo posto che ha coronato e raccolto il frutti dell’era Sarri. Ma il tecnico toscano è stato sempre molto chiaro: il traguardo centrato non doveva ingannare. Per una squadra che tra partenza di Milinkovic, diversi nuovi arrivi, ha dovuto ricostruire nuovi equilibri. Discontinua, perché li sta ancora cercando. Doppio impegno e defezioni hanno fatto il resto, ingenuità annesse. Come la gara dell’Olimpico di domenica, dove la Lazio doveva dar continuità al successo col Bayern. Ha trovato invece una squadra più fresca, brillante, che ha rimontato e s’è portata a casa scontro diretto per sogni Champions e l’intera posta in palio. Ennesimo scontro diretto perso due settimane dopo Bergamo. Apre Isaksen, ma ingenuità in costruzione e solito Zirkzee hanno premiato felsinei che volano a braccetto con l’Atalanta a quota 45 col 2-1 con cui Motta esce altissimo dall’Olimpico. Una vittoria che consacra la realtà rossoblu, che continua a dimostrare a tutti perché vola e punti a quelle latitudini di classifica. La Lazio dura un tempo, poi si spegne. Sintomo di squadre che devono ritrovare nuovi equilibri, identità. Concetto centrale e tesi argomentativa dell’articolo. Lazio a quota 37, otto lunghezze dal traguardo dell’anno, il quarto posto. Le speranze si sciolgono. La domenica che dopo euforia e sbornia Bayern ha fatto capire a tutto l’ambiente di Formello che probabilmente il prossimo anno non rivivrà notti come quelle bavaresi.
Sport
18 Febbraio 2024
Discontinuità e rimpianti, la Lazio si butta ancora via: scontro diretto al Bologna, Motta vola altissimo