Tra le mille emozioni europee la Lazio vince un pesantissimo recupero di campionato a Torino. Lo fa matando il Toro, lasciandolo sfogare nel primo tempo prima di colpirlo a freddo ad inizio ripresa. Doppio assist di Luis Alberto, prima del diagonale in inserimento di Guendouzi e quel raddoppio firmato da Cataldi tra fendente e staffilata che non lascia spazio al fratello del “Sergente”, Vanja Milinkovic-Savic. Una vittoria pesantissima che riaccende speranze Champions, riproiettando Sarri ad un punto da Daniele De Rossi: 41-40, se spera la Roma può sperare anche la Lazio. La missione sottintesa di cui si parla è naturalmente quella di centrare la qualificazione alla prossima Champions League, mission per cui con coppia rivelazione Atalanta&Bologna a quota 45 ogni speranza post scontro diretto perso con Motta sembrava tramontata. La Lazio è stata brava a riaprirla in un cammino di sorprese e discontinuità che rappresenta perfettamente iconografia della creatura Sarri 3.0: squadra nuova, giovane, mescolata, a caccia di nuovi equilibri. E ieri la Lazio ha vinto finalmente da grande: sapendo soffrire, facendo prima sfogare l’avversario per poi colpirlo a freddo come fanno le big. E la vittoria di ieri diventa fondamentale non soltanto perché può significare comunque Europa indipendentemente da quella che sarà la competizione, lasciando Toro e Fiorentina dietro in un mucchione concentrato di classifica destinato a sciogliersi nelle prossime settimane, ma soprattutto perché primo step di un trittico di gare che, se fallite, avrebbero definitivamente smontato ogni speranza Champions del campionato laziale: tra Firenze e Milan infatti le chance di proseguire la rincorsa a quarta e quinta piazza, per non chiuder prima un campionato che altrimenti narrerebbe mesi senza gloria, semplice e minima motivazione Europa o Conference tra sesto, settimo e ottavo.