di Diego Galli
VITERBO – Nessun problema per i lavori di ripavimentazione in corso a Piazza del Plebiscito che, come dichiara l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Floris in questa nostra intervista, termineranno entro la data del 5 agosto e senza causare “intoppi” per il passaggio della nuova Macchina di Santa Rosa del il 3 settembre.
Assessore Floris, vuole ricordarci perché sono in corso i lavori in Piazza del Comune (del Plebiscito)?”
I lavori sono finalizzati alla riqualificazione della pavimentazione piazza a completamento di quanto già messo in atto con uno dei primi cantieri PNRR terminati in città già nel luglio 2023. Quando i lavori saranno terminati restituiranno una immagine completamente diversa della piazza principale della città, molto vicina a quella tardo rinascimentale. L’attuale pavimentazione in porfido verrà sostituita con la messa in opera di un basolato in peperino, certamente più consono ai luoghi, formato da lastre aventi dimensioni pari a circa 50 cm x 100 cm e spessore di 20 cm”.
Il termine previsto è quello del 5 agosto, meno di 30 giorni dal trasposto della nuova Macchina si Santa Rosa. È certo che il tempo sia sufficiente perché tutto sia completato in tempo?
“L’inizio dei lavori ha subito un ritardo dovuto alla concomitanza di vari eventi sfavorevoli, ma il progetto ha mantenuto comunque un buon margine si sicurezza. Non ho dubbi che tutte le operazioni previste dal progetto in questo primo stralcio saranno terminate nei tempi indicati nel cronoprogramma dei lavori”.
Piazza del Plebiscito è rimasta occupata dal cantiere, mai avviatosi, per tutto il mese di dicembre e gennaio, facendo così “saltare” una parte del Natale. Può ricordarci perché questo è avvenuto?
“Premetto che in realtà il Natale non è saltato, ma era stata prevista la difficoltà nell’utilizzo della piazza già dalla primavera scorsa, per cui nessuna sorpresa in tal senso, il Natale era già stato pianificato in altro modo. Purtroppo l’attacco hacker subito dal sistema informatico del comune, ma non solo, in quanto ha coinvolto centinaia di amministrazioni pubbliche di distribuite su tutta la penisola, al quale i media locali non hanno praticamente dato evidenza, ha impedito di affidare gli incarichi a tutte le figure tecniche coinvolte nelle operazioni di cantiere, a partire dal responsabile della sicurezza fino ad arrivare all’archeologo che dovrà seguire tutte le operazioni di sistemazione del piano di posa. Quindi tutto è slittato di circa 1 mese”.
Non c’era modo di “addobbare” il cantiere per diminuirne il suo impatto alla vista durante i giorni di festa?
“La cosa più evidente è stata senza dubbio la piccola impalcatura che sorreggeva le strumentazioni che proiettavano le immagini inclusive sui palazzi che circondano la piazza. Questa tra l’altro posizionata fuori dall’area di cantiere, è rimasta spoglia solo per pochi giorni in quanto poi il suo l’impatto è stato mitigato con addobbi natalizi e banner pubblicitari”.
C’è chi si è preoccupato del fatto che dei mezzi così pesanti, come i camion pieni di detriti che escono dal cantiere, possano fare cedere il terreno sottostante, forse cavo. Sono state fatte tutte le verifiche preliminari per impedire tali incidenti?
“Proprio in questi giorni uno staff di geologi sta valutando mediante applicazioni di metodologie geofisiche, la presenza di eventuali cavità nel sottosuolo della piazza e la presenza di sottoservizi legati alle varie utenze. Il tracciato previsto dai mezzi di cantiere è stato abbondantemente collaudato nel tempo, in quanto via di passaggio per le più svariate necessità, di numerosi mezzi oltre i 35 q.li”.
Degli archeologi sono abbastanza convinti che sotto Piazza del Plebiscito possa trovarsi il cimitero dell’adiacente chiesa di Sant’Angelo in Spatha. Non c’è il rischio che i lavori incappino in qualche resto storico e che si interrompano?
“L’intervento dei tecnici geologi/geofisici mira proprio come detto in precedenza a vagliare l’area di intervento e ad individuare con discreta precisione, ogni eventuale emergenza archeologica nel sottosuolo, sia essa legata alla presenza di vuoti volumetrici sotto la piazza, oppure attribuibile alla presenza di eventuali resti edificatori e/o antiche sepolture dell’adiacente chiesa. Consideri comunque che in questa prima fase, il cantiere si mantiene a debita distanza dalla chiesa, per cui credo che possa essere esclusa la presenza di sepolture. Inoltre in generale la profondità di scavo non supererà mai i ~50 cm dal piano attuale della piazza, quindi i lavori si manterranno ad una quota di sicurezza rispetto a possibili interferenze con emergenze archeologiche, in un orizzonte stratigrafico certamente già antropizzato negli anni passati”.