logo
    Cronaca
    11 Marzo 2024
    Pini abbattuti a Tarquinia: la Stas in Procura per le “gravi modifiche paesaggistiche”

    TARQUINIA – “Oggi percorrendo Viale Mediterraneo si ha la netta sensazione che l’equilibrio tra le strutture amministrative territoriali e il paesaggio sia venuto meno.Un intervento massivo come quello condotto al lido, stona in una società moderna in cui campeggiano slogan ambientalisti di sostenibilità, estupisce per l’alterazione apportata al valore non solo estetico di quella strada, ma perché effettuatoin area vincolata non ottemperando alle disposizioni vigenti in materia di tutela, proprio da chi dovrebbe impegnarsi per la conservazione dell’ambiente naturale e culturale, e darne esempio.La tutela del territorio non prescinde infatti dalla cultura, perché paesaggio e territorio sono un bene culturale di primaria importanza, come ben rappresentato dalla nostra Costituzione (art. 9) e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.L. 42 del 22 gennaio 2004). Non a caso fin dalla fondazione, tra gli scopi statutari del nostro sodalizio c’è anche la salvaguardia del paesaggio e di quanto è caratterizzante del territorio, dove la fascia costiera è stata contraddistinta dall’antichità da una florida vegetazione spontaneadi specie arboree della macchia mediterranea, tra cui pini ad alto fusto che a centinaia ne delineano ancora oggi l’identità.

    La STAS nasce con queste finalità nel 1917, quando l’archeologo siciliano Giuseppe Cultrera, primo direttore del Museo Archeologico Nazionale, volle dotarsi di un’associazione che lo coadiuvasse nell’azione di salvaguardia del territorio. Finalità che sanciscono un legame centenario con gli Organi di tutela dello Stato, alle quali la STAS non è mai venuta meno e di cui, gli ultimi gravosi eventi, ci impongono di riappropriarci per caldeggiare l’attività delle soprintendenze.

    La voce delle Associazioni locali e dei singoli cittadini, nell’incredulità della possibile attuazione di un progetto malsano in difetto di autorizzazioni, forse ha tardato a farsi sentire e,comunque,non ha sortito l’effetto desiderato di evitare uno scempio, la cui eco purtroppo ha varcato i confini del nostro comprensorio e pare non smorzarsi,sebbene i soliti buontemponi abbiano prontamente tentato di far passare lo sdegno pubblico seguito al taglio dei pini, come un premeditato attacco politico o l’esito di virtuosismi da neoambientalisti.Ormai parlare di possibili soluzioni o di buone pratiche già messe in atto in altriComuni, appare superfluo, si può solo sperare che il verde restante venga preservato e augurarci che le scelte future non saranno altrettanto sconsiderate, ma volte ad un reale sviluppodel lido che per tanti, troppi anni, è stato relegato ad un’appendice stagionale della cittadina.

    Le gravi modifiche paesaggistiche che il “progetto di riqualificazione” di viale Mediterraneo hanno comportato, non possono passare in sordina e hanno spinto il Consiglio direttivo a prendere posizione e deliberare la partecipazione dell’Associazione all’esposto presentato alla Procura della Repubblica in comunione con Assolidi, Semi di Pace, La Lestra condannando non solo le scelte operate dall’Amministrazione Comunale, ma anche il metodo decisionista con il quale si è proceduto a giustiziare, nell’arco di 48 ore e senza le opportune autorizzazioni,62 di pini in area vincolata, senza accettare alcuna forma di dialogo e di confronto.Dopo il parere vincolante e una diffida a procedere da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, anziché perdere la lucidità, si sarebbe dovuto arrivare ad un tavolo di concertazione; agire contro le Istituzioni in un sito UNESCO è stato un atto non solo superficiale ma folle, in aggiunta i modi e le parole supponenti rivolte al Soprintendente da sedicenti giornalisti,denotano scarsa percezione delle funzioni ministeriali e lasciano solo concludere che “errare humanum est, perseverare autem diabolicum””.