Monitorati gli ospedali di Viterbo, Civita Castellana, Acquapendente e Tarquinia
VITERBO – Rilevare gli accessi ai pronto soccorso attraverso una campionatura settimanale, in orari diversi compresi tra le nove del mattino e le 18 di sera. Si presenta così l’approfondimento che la Uil di Viterbo ha effettuato dal 1 al 7 febbraio scorso con l’obiettivo di aprire una riflessione sullo stato della sanità pubblica nella Tuscia allacciandosi così alla vertenza regionale e nazionale della Uil che mira a rimettere al centro del dibattito pubblico il diritto fondamentale alla salute delle persone, costituzionalmente garantito. Quattro i nosocomi osservati durante la settimana di rilevazione: l’ospedale Belcolle di Viterbo. Segue poi l’ex San Giovanni Decollato Andosilla di Civita Castellana e i Civili di Acquapendente e Tarquinia. Lo studio si focalizza inizialmente sull’ospedale del capoluogo, dove il campionamento della Uil ha registrato 30 codici rossi, 111 arancioni, 70 azzurri, 66 verdi e tre bianchi. A conti fatti, le urgenze più gravi e quelle con più elevato rischio di compromissione di funzioni vitali sono state 141. Mentre quelle senza rischio evolutivo (i codici verdi e bianchi) 69.“Escludendo i codici azzurri che hanno una bassa probabilità di degenerare e che comunque devono avere trattamento sanitario – spiega Giancarlo Turchetti segretario generale della Uil di Viterbo – la nostra ricerca smentisce il falso mito dei pronto soccorso intasati dai codici bianchi. La realtà è ben diversa: l’organico degli operatori sanitari è ridotto al lumicino e, sebbene tutti lavorino ogni giorno con dedizione e competenza, non possono fare miracoli”.La conferma viene anche dal numero totale degli accessi al nosocomio, 405 il dato settimanale – che tiene conto oltre ai codici di pronto soccorso – anche dei ricoveri e dei trasferimenti. “La media giornaliera degli accessi al Belcolle si attesta quindi a 57,86 – aggiunge l’esponente sindacale – più alta di quella di un ospedale romano come il Santo Spirito (32,14)”. Numeri che indicano la necessità di un cambio di passo, di un potenziamento della sanità pubblica nel viterberse. E sotto questo aspetto ben vengano i progetti di potenziamento annunciati dalla Regione Lazio.