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    14 Maggio 2024
    Ultima curva Premier, a Londra atmosfera surreale: Guardiola per il sorpasso, Arsenal nelle mani del Tottenham

    Tensione. Palpabile e tangibile. A Londra Nord stanotte non ha dormito nessuno. Ma proprio nessuno. Tantomeno turisti dell’albergo che i tifosi dell’Arsenal pensavano fosse quello del Manchester City, svegliato a colpi di fuochi d’artificio. Stasera la partita più discussa, chiacchierata e attesa ormai da settimane, quella che già si paventava quanto e come potesse decidere la Premier e quella che.. a questo punto, deciderà effettivamente la Premier. Stasera il fatidico recupero del Manchester City, quello in casa Tottenham, plurisecolari rivali dell’Arsenal. Una delle rivalità più antiche, sentite, a tratti violente d’Inghilterra. Da sempre. Quantomeno dai primi decenni del novecento, quando provenienti da Woolwich, per arrivare maggior seguito, i Gunners decisero di emigrare a Nord e invadere un quartiere più storico e popolare come quello di Highbury, vicinissimo a White Hart Lane, sede ottocentesca dell’istituzione rivale. Una rivalità inasprita nel 1919 quando, entrambe in seconda divisione, addirittura ai voti fu deciso che a salire in prima sarebbero stati i cannoni: da lì in poi, 105 anni di roventi battaglie calcistiche. Ma stasera non sussisterà sul globo alcun tifoso dei Gunners che non sosterrà gli Spurs che, qualora dovessero arrestare la rincorsa del Manchester City, spalancherebbero le porte alla realizzazione del peggior incubo dei loro, sostenitori: la Premier all’Arsenal, 20 anni esatti dopo gli Invincibles. Invincibili che, storia nella storia che solo calderone del calcio britannico sa narrare, vinsero matematicamente per l’appunto l’ultima loro Premier 03/04.. proprio a White Hart Lane. Curva finale, la più attesa, prima del rettilineo dell’ultima giornata prevista domenica: siamo arrivati al sipario, all’epilogo finale. Tensione tagliente. La classifica narra 86 a 85 per i Gunners, quest’anno pronti al grande salto; quantomeno, come hanno dimostrato, di lottare fino all’ultimo respiro per battere l’egemonia guardiolana. La differenza reti spiega un +3 a distanza per Arteta stesso; fra cinque giorni cannoni con l’Everton e Man City col West Ham. Ergo: niente calcoli. Per vincere il duello a distanza con l’allievo, maestro Guardiola deve vincere. L’ha spiegato, l’ha ammesso. “Se non vinceremo stasera, non vinceremo la Premier”. Chiarissimo. Ma il Manchester City ha dimostrato in tutti questi ultimi quanto e come sia diventato un animale primaverile, predatore vero, che alle ultime curve sa sempre resistere ad ogni pressione, divorare qualsiasi avversario, accelerare senza mai fermarsi, per chiudere e attraccare in porto col grande bottino, attraverso qualsiasi mezzo. Ecco perché proviene da sette vittorie consecutive: ne servono altre due, per il grande slam. Quattro Premier consecutive è un’impresa mai realizzata nel corso della storia britannica: altro stimolo mica male per i batteristi guardiolani. E stasera sarà clima surreale al Tottenham Hotspur Stadium. Eccoci ad uno dei noccioli più succulenti della questione. Una questione quasi filosofica, deontologica, etimologica. La dicotomia tra l’astratto, l’utopia e il concreto. Perché nessun tifoso Spurs, in nessuna galassia, altro che Via Lattea, vorrà mai consegnare la Premier ai Gunners. Ma Postecoglou è stato chiaro. La Premier e l’England restano la patria dei valori. Il Tottenham se la giocherà. Giocherà la sua gara, anche se a livello di classifica le speranze di centrare la Champions sono ormai ridotte all’osso. Niente calcoli: Ange va dritto, per la sua strada. E dunque, a dispetto dell’umore del pubblico (sarà comunque atmosfera surreale, anche sugli spalti..), sarà sfida. Una sfida in cui il Manchester City parte chiaramente favorito, soprattutto per caratteristiche del Tottenham di oggi, appena ricostruente: linea alta, grandi spazi, a tratti prateria. Haaland e De Bruyne sentono l’odore del sangue. Il popolo Gunners può solo accendere un cero. Quel cero di cui mai e poi mai avrebbero sognato d’aver bisogno.